Nemmeno il calcestruzzo tappa Fukushima

La prima domenica di sakurà, dei ciliegi in fiore, non è stata di buon auspicio e non ha sortito gli effetti desiderati alla centrale nucleare di Fukushima, dove i primi tentativi per tappare la falla, da cui l’acqua contaminata si riversa direttamente nell’oceano, sono andati a vuoto. I tecnici della Tepco, gestore dell’impianto, hanno versato 8 chili di polimeri, 60 chili di segatura e addirittura tre sacchi di giornali sminuzzati nel pozzo di sfogo collegato all’edificio delle turbine del reattore numero 2, dopo l’utilizzo inefficace di calcestruzzo, pur di chiudere la crepa di 20 centimetri e limitare il disastro ambientale.
La singolare ricetta a base di polimeri speciali, capaci di trattenere fino a 50 volte la propria massa, non hanno risolto il problema, tanto che la compagnia, in serata, ha ipotizzato di ricorrere ai coloranti per rintracciare la causa della perdita di acqua che emette radiazioni nell’aria di oltre 1.000 millisievert/ora, un livello altamente pericoloso.
La prima utility asiatica, intanto, ha riferito che i due operai dell’impianto, scomparsi dal giorno del sisma/tsunami dell’11 marzo, sono stati ritrovati morti, sempre nello stesso sito. Sulla base di quanto riferito, i due, di 24 e 21 anni, sarebbero deceduti per le ferite multiple associate a tracce di annegamento: i corpi sono stati recuperati mercoledì, ripuliti e decontaminati. Alla centrale, temperatura e pressione nei reattori numero 1, 2 e 3 sono stabili, secondo l’Agenzia nipponica per la sicurezza nucleare, che ha annunciato l’allacciamento alla elettricità esterna al posto dei generatori diesel, dando così fonte stabile di energia a pompe e illuminazione.
In ogni caso, ha detto il capo di gabinetto Yukio Edano, ci vorranno mesi prima che Fukushima smetta di rilasciare dosi di radioattività.

Le autorità sanitarie hanno esaminato le funzioni della tiroide a circa 900 neonati e bambini che vivono vicino alla centrale senza rilevare alcuna forma di alterazione per le radiazioni. A Tokyo, come accade con frequenza quotidiana, decine di persone hanno manifestato davanti alla sede della Tepco, contro il nucleare. Il bilancio ufficiale dei morti è salito a 12.087, quello dei dispersi a 15.552.

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