Nemmeno i raggi X risolvono l’enigma della mummia egizia

Una mummia custodita per secoli dentro un sarcofago e un mistero: di chi era il corpo? Fino a poco tempo fa gli studiosi si erano dati una risposta precisa: «Ad Ankhpakhered, un sacerdote del dio Min, divinità legata alla sessualità - racconta l'egittologa Sabina Malgora -, vissuto circa nel 3000 a. C.». A rivelarlo erano state le iscrizioni e le decorazioni del sarcofago stesso; a mettere in dubbio questa teoria invece, è toccato alla Tac Spirale total body a strato sottile con ricostruzione computerizzata ed elaborata da speciali software presso il Fatebenefratelli, «il primo esame del genere utilizzato per studiare una mummia e provare a ricostruirne la storia», ha spiegato il professor Luca Bernardo.
La mummia di Ankhpakhered appartiene al Museo Civico Archeologico e Paleontologico di Asti, ma deve la sua fortuna alla mostra «Us Sunu, grandi dottori dell'antico Egitto», tenutasi in Piemonte in autunno di cui Sabina Malgora è stata curatrice e che ora sta cercando una nuova sede per l'esposizione.
All'origine del mistero la conformazione del reperto scheletrico, «ben lontana da come si presenta generalmente quella di un corpo mummificato», chiarisce Malgora. «Innanzitutto i piedi non sono nella loro posizione naturale perché sono collocati tra i femori, e ancora, le ossa delle mani sono scomposte e posizionate nella cassa toracica e le costole sono affastellate con i denti». Dall'interno all'esterno, perché sulla mummia non è presente alcun nome. Quindi gli amuleti: «La tradizione vuole che all'interno dei sarcofagi se ne trovino sempre diversi perché a questi gioielli spettava il compito di proteggere l'anima del morto, ma tra le garze non ne è stato rinvenuto alcuno e le stesse non presentano le caratteristiche usate nelle classiche imbalsamazioni».
E infine, perché mai lo scheletro di un sacerdote dovrebbe presentare segni di sofferenza artrosica? «Si potrebbe supporre - propone il professor Bernardo -, che la mummia abbia lavorato più sugli arti inferiori che su quelli superiori e quindi poteva essere un soggetto che gravitava intorno al tempio o che svolgeva un lavoro pesante poggiando sulle articolazioni inferiori, certo non un sacerdote dedito alla vestizione del dio Min».


Ma se quel corpo non è di Ankhpakhered, che fine ha fatto il suo? Si pensa a una trafugazione che potrebbe essere stata fatta dai tombaroli di 2mila e 500 anni fa come da quelli del Settecento, quando in pieno illuminismo vi fu una vera e propria corsa alle icone laiche in contrapposizione alla corsa agli scheletri dei martiri cristiani delle catacombe. Da queste ipotesi un'altra domanda: ma allora quante delle mummie che ammiriamo nei musei in giro per il mondo sono originali?

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