Gli editori si sono arrovellati per anni nel cercarla, e alla fine qualcuno sembra averla trovata. E per preservarla la si deve difendere a suon di vetrine prenotate nelle librerie, scaffali dedicati, e cartonati dai titoli roboanti. Si tratta della «formula alchemica» del neo-thriller italiano, capace di trasformare i libri in oro. Anzi, a guardar bene le formule sono tre.
La prima, che possiamo ribattezzare «formula esoterica», o «formula Newton» perché ad applicarla sistematicamente negli ultimi mesi è stata la casa editrice Newton Compton, consiste anzitutto nello scegliere un talentuoso nuovo autore italiano appassionato di misteri, poi lo si convince a ideare un plot che mescoli realtà storica e fantasia, lo si consiglia di rileggere Dan Brown, Umberto Eco, Arthuro Perez Reverte, Glen Cooper e magari qualche storia a fumetti di Martin Mystère, dopodiché lo si rinchiude in una stanza davanti a un computer con una data tassativa di consegna. Una volta realizzato il ponderoso thriller esoterico, ricco di colpi di scena e pieno di rivelazioni storiche, filosofiche, religiose e scientifiche sensazionali, oltre che di biblioteche misteriose e di libri che contengono segreti destinati a sconvolgere il mondo, manca un solo elemento per ottenere il risultato: il libro va venduto al prezzo stracciato di 9 euro e 90. E i lettori sembrano gradire la formula, visto che Il libro segreto di Dante di Francesco Fioretti è ormai da quattro mesi in classifica e ha venduto più di 150mila copie mentre Il mercante di libri maledetti di Marcello Simoni ha superato le 60mila e La cattedrale dellAnticristo di Fabio Delizzos sembra essere destinato a un debutto altrettanto forte visto che ha per protagonista nientemeno che Friedrich Nietzsche nella Torino del 1888 dove la Chiesa rischia di vedere confutata per sempre la verità teologica della Sacra Sindone... A volte la formula può funzionare anche senza il prezzo supereconomico, come dimostrano i risultati ottenuti in un passato molto recente da Giulio Leoni con La porta di Atlantide e La sequenza mirabile (Mondadori), o da Patrizia Mintz con romanzi dedicati alla «Roma dei misteri» usciti da Piemme, ma anche quelli ottenuti da Carlo A. Martigli con Lultimo custode (Castelvecchi) - capace di illuminare la morte di Pico della Mirandola - e persino da Tullio Avoledo e Boosta che con Un buon posto per morire (Einaudi) riproducono la summa delle teorie complottistiche dal medioevo ai giorni nostri.
Altri autori preferiscono invece applicare la non meno fortunata «formula americana» o «formula Faletti», che seguendo le orme dellattore-scrittore prevede storie ad alto livello di suspense con colpi di scena a raffica e unambientazione internazionale. Chi lha applicata in maniera scientifica è stato Donato Carrisi prima con Il suggeritore (Longanesi), superando le 200mila copie vendute sia in Italia che in Francia, poi col recente Il tribunale delle anime. Ma anche autori come Andrea Novelli e Giampaolo Zarini ne hanno fatto tesoro in un scientific thriller come Il paziente zero (Marsilio) così come se ne sono dimostrati abili interpreti Luca Di Persio con Momento Zero (Piemme), Ugo Barbàra con Le mani sugli occhi (Piemme) - dove il modello viene filtrato attraverso la politica finanziaria -, Filippo Colizza con Agente sacrificabile (Mondadori) - dove sono i servizi segreti e il sistema bellico internazionale a farla da padroni -, e persino Alberto Riva con leco-idrico Sete (Mondadori)...
Esiste poi una terza formula, che potremmo battezzare «formula-De Cataldo», che prevede che i thriller italiani, seguendo il modello di Romanzo Criminale, raccontino indagini legate allevoluzione socio-criminale del nostro Paese, reinterpretando fatti di cronaca reali ai quali si affianchino eventi di pura fiction, con un impianto forte sia cronistico che giudiziario.
Insomma, quale che sia, a voi il vostro thriller.
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