Neonata morta, indagati mamma e nonni

Inutili le cure, la bimba ha cessato di vivere tre ore dopo il ricovero

Francesca V. non sa ancora che sua figlia è morta. La piccola, partorita dalla madre diciottenne in casa, senza che nessuno se ne accorgesse, è rimasta chiusa per tredici ore in uno sgabuzzino. Quando la giovane mamma ha lanciato l’allarme - giovedì pomeriggio - gli agenti di polizia che hanno trovato la neonata avvolta in una coperta l’hanno subito portata alla clinica Mangiagalli. C’è stato solo il tempo di capire che le sue condizioni erano disperate, il sacerdote dell’ospedale l’ha battezzata, poi il suo cuore ha smesso di battere. E da ieri Francesca V. è indagata per infanticidio.
La giovane madre vive con i genitori in un appartamento di via Orti, tra Crocetta e Porta Romana. Gli inquirenti sospettano la famiglia della ragazza fosse a conoscenza della sua gravidanza come loro erano alcuni vicini di casa. I genitori di Francesca si sono avvalsi però della facoltà di non rispondere alle domande del pubblico ministero che indaga sulla vicenda. Al momento risulterebbero entrambi indagati: i reati ipotizzati sono il concorso in omicidio e l’omessa custodia. Non è tutto.
La giovane madre è ricoverata da giovedì sera in un reparto della Mangiagalli, la stessa clinica dove si è cercato di soccorrere sua figlia. La ragazza è in stato di choc, il suo letto è piantonato dagli agenti. Sembra che non abbia detto una parola su quanto accaduto e che stia rannicchiata nel lettino dell’ospedale senza sapere nulla della figlia.
La piccola è stata battezzata pochi minuti prima che il cuore cessasse di battere dal cappellano della Mangiagalli, monsignor Ludovico Cerri. A chiamare il sacerdote sono stati il medico e l’ostetrica che hanno prestato le prime cure alla neonata. Quando si sono resi conto che non aveva speranze di sopravvivere, hanno chiesto al sacerdote di celebrate il battesimo. La piccola è stata chiamata Anna Patrizia, i nomi di chi ha cercato fino all’ultimo di salvarle la vita. Il pubblico ministero Gianluca Braghò ha disposto l'autopsia sul corpo della piccola per stabilire le cause della morte. Si cercherà di capire se sia dipesa solo dal gesto della madre, che reciso il cordone ombelicale ha chiuso la piccola nello stanzino, o se la piccola avesse anche dei problemi di salute congeniti.
A dare l’allarme, l’altra sera, è stata la stessa Federica V.. Ha chiamato il 118 dicendo che c'era un neonato abbandonato nei giardini di via Guastalla. Una bugia ben presto scoperta dagli uomini della Volante che sono risaliti attraverso il telefonino usato dalla giovane all’indirizzo di via Orti. La casa, una palazzina di tre piani, è in una zona residenziale e vicina al centro. Francesca vive con il padre, un vigile in pensione con problemi di salute, la madre e il fratello di otto anni. I vicini di casa raccontano di una ragazza «problematica», «che faceva tardi la sera e litigava spesso con i genitori». Nei bar e nei negozi della via ieri si parlava soltanto di quanto successo nella palazzina marrone. La nonna di Francesca abita nella stessa via, «la vediamo sempre, sono persone all’apparenza normali» si limita a dire un signore prima che le guance gli si arrossiscano.

«Io l’ho scoperto dai giornali, chi si poteva aspettare una cosa del genere?» aggiunge un altro.
Pensano tutti alla giovane madre. Non è escluso che dopo gli accertamenti urgenti di queste ore il magistrato decida per una perizia psichiatrica.

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