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Un neonato morto tra i rifiuti

Un neonato morto tra i rifiuti

Di certo non si è trattato di un aborto clandestino. Un bimbo morto, un maschietto bianco che non ha avuto la possibilità di provarci. La sua mamma lo ha lasciato lì, in quella culla di degrado al terzo piano di uno stabile abbandonato a Sampierdarena. Lo ha partorito. Poi è scappata. Per la paura, forse. Per il timore di non poter essere mamma. O per la disperazione per aver visto quella creatura senza vita. Una donna che comunque rischia di subire gravi conseguenze per quel parto senza assistenza, avvenuto in un luogo sporco. Rischia pesanti emorragie, infezioni. E per questo anche Anna Canepa, il magistrato che ha aperto un’inchiesta sull’episodio, ha rivolto un appello alla donna perché si faccia avanti, si faccia visitare e curare. Il resto verrà dopo. Una tragedia nata nel degrado, quella scoperta ieri mattina verso le 9 da due donne romene che erano entrate nell’edificio abbandonato di via Balleydier, in quello stabile di proprietà del Comune, che aspetta di essere venduto e che intanto continua a ospitare extracomunitari, sbandati, tossicodipendenti. In passato quel palazzo diroccato era stato già sgomberato e recintato, ma invano. Le due romene, trovato il bimbo abbandonato, sono corse a chiedere aiuto. Hanno avvertito un meccanico della zona, che ha chiamato i carabinieri. Pochi minuti per verificare che era tutto vero.

Alla mamma in fuga si è rivolto anche il cardinale Angelo Bagnasco, informato dell’episodio mentre partecipava all’inaugurazione dell’anno accademico: «L’appello alla madre è soltanto un grande momento di vicinanza, di solidarietà nonchè di preghiera per il grande dolore. E questa è la cosa fondamentale».

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