Francesco Gambaro
Alla fine erano in quattrocento a gridare «No al piano Winkler», «No al progetto Campostano». Si combatte a colpi di slogan e striscioni la guerra di Nervi contro il progetto dell'architetto austriaco di dividere la delegazione in tre parti (levante, centro, ponente) con altrettante rotatorie e contestuale pedonalizzazione di un tratto di via Oberdan e via Sala. Sono partiti dalla Croce Verde ieri alle 14.30, per arrivare un paio d'ore dopo in piazza Pittaluga, residenti, operatori commerciali, semplici cittadini. Che hanno inscenato la seconda marcia di protesta dopo quella di giugno contro il piano di dividere Nervi in tre anelli.
Loro di isole pedonali non ne vogliono sentire parlare. Perché creerebbero emormi disagi alla viabilità del paese, «code spaventose e inquinamento tutti i giorni della settimana», per dirla con le parole del dottor Ramò, membro del comitato spontaneo nato più di un anno fa. A Nervi dicono che non ha senso dividere in tre blocchi un borgo attraversato da un'unica strada. Si domandano «dove metteremo poi le nostre auto?». E attaccano il progetto della famiglia Messina di costruire un grande supermercato e un residence di quattro piani in via Campostano, «che farebbe convogliare qui una marea di gente dai paesi vicini fino al blocco totale del traffico». «Per fortuna - ricorda Piero Sessarego - il piano paesistico regionale impedisce di costruire in questa via, in quanto zona pregiata». Per Peppino Orlando «il piano Winkler è soltanto una scusa per mandare in porto il progetto Campostano». Che l'ex segretario dell'autorità portuale Fabio Capocaccia considera una «follia», come l'idea di buttare giù gli alberi di viale Franchini e di demolire la scalinata storica della chiesa Plebana.
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