Medicina

Da Nerviano nuova molecola antitumorale

Luigi Cucchi

Milano è anche una capitale della scienza. Oltre 500 oncologi hanno partecipato il 4–5 settembre ad un convegno internazionale, promosso da Nerviano Medical Sciences con la collaborazione di Humanitas, dedicato alla ricerca oncologica. I più qualificati scienziati di tutto il mondo hanno presentato i risultati delle proprie ricerche e discusso di vaccini preventivi, di terapie mirate, di nuovi trattamenti per la cura dei tumori del colon–retto, della mammella, del rene, della tiroide, dell’utero.
Il congresso aperto a Milano da Umberto Rosa, presidente di Nerviano Medical Sciences, e da Umberto Veronesi, presidente dell’Istituto europeo di oncologia, ha affrontato il tema dell’approccio molecolare, cioè quello bersaglio–centrico. Le «targeted therapy» o terapie mirate rappresentano una nuova speranza nella lotta al cancro. Questo nuovo approccio della farmacologia, teso a colpire solo le cellule neoplastiche e non quelle sane, ha già dato preziosi frutti: nuovi farmaci come gleevec, iressa, hercepetin, avastin, velcade hanno dato sorprendenti risultati nella remissione della malattia o nella guarigione. Un nuovo capitolo della storia dell’oncologia è iniziato: cento anni fa si impiegava per la prima volta la parola «chemioterapia» per la cura del cancro, sessant’anni fa venivano realizzati i primi farmaci antitumorali (nel 1967 è stata messa a punto una terapia combinata per la leucemia linfoblastica acuta nei bambini che portava a guarigione più del 50% dei casi, contro lo 0,07 delle cure precedenti), oggi con lo sviluppo dei farmaci a misura d’uomo, siamo prossimi se non a guarire il malato neoplastico, ad offrirgli la possibilitrà di convivere per anni con la sua malattia.
Nerviano è il più grande centro di ricerca e sviluppo farmaceutico italiano ed uno dei più grandi in Europa dedicato all’oncologia: oltre 700 ricercatori e tecnici altamente qualificati lavorano allo sviluppo di progetti oncologici che vanno dalla validazione del target fino alla fase clinica II. Di proprietà della Congregazione dei figli dell’Immacolata Concezione che ne ha rilevato il controllo nel maggio 2004, a seguito della cessione da parte di Pfizer, si sta dimostrando capace di competere sul piano internazionale: a due anni dallo spin–off ha realizzato una molecola che ha suscitato l’interesse del mondo scientifico, efficace nel combattere numerosi tumori, agisce inibendo la chinasi aurora, responsabile della proliferazione incontrollata delle cellule tumorali. I risultati ottenuti sugli inibitori di aurora saranno presentati ufficialmente a Praga in novembre alla comunità scientifica e medica internazionale, in occasione della diciottesima Conferenza organizzata dall’European Organisation for Research and Treatment of Cancer.
A Nerviano sono inoltre in sviluppo ben sei nuove linee di ricerca antitumorali, il cui valore scientifico non è inferiore al «progetto aurora». L’obbiettivo è l’interruzione del processo che porta le cellule tumorali a proliferare in assenza di stimoli esterni, a eludere l’apoptosi, a sfuggire al controllo del sistema immunitario, a formare nuovi vasi sanguigni, ad invadere i tessuti sani. Già negli anni Setttanta i ricercatori di Nerviano (allore vi era la società Farmitalia - Carlo Erba) avevano messo a punto farmaci come le antracicline (adriamicina, tra le prime), ancora oggi impiegati in tutto il mondo nel trattamento delle neoplasie.

Tutti sperano che i fasti scientifici del passato possano ripetersi oggi con scoperte italiane di respiro mondiale.

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