nostro inviato a Rimini
Governatore Formigoni, lei e Calderoli avete detto le stesse cose sul federalismo: tra Roberti ci si intende bene?
«Alla perfezione, siamo sulla stessa lunghezza donda».
Anche con Umberto?
«Ma certo. Con la Lega non cè alcun problema. Governiamo benissimo insieme, sia a livello centrale che a quello locale. E non solo in Lombardia».
La Lombardia che però fa gola proprio al Carroccio. Come la mettiamo?
«Con gli amici della Lega siamo daccordo anche nel non parlare di questi temi ma di concentrarci sul Meeting».
Governatore, cè chi ventila lipotesi delludc Vietti in Piemonte, fumo negli occhi per i leghisti. Non è che così si incrina lasse con il Carroccio?
«Il patto con la Lega è forte e saldissimo. Certo, nel Pdl stiamo lavorando per verificare la possibilità di una nuova alleanza con lUdc».
Tutti daccordo?
«Ci stanno lavorando Bondi, Cicchitto e neppure il presidente Berlusconi è alieno a questo disegno».
Ma il Senatùr ha già detto che, per lui, Casini mette soltanto i bastoni tra le ruote delle riforme.
«La Lega è abile e intelligente e giustamente mette le mani avanti».
Cioè ha ragione?
«La regola è: patti chiari amicizia lunga. Anche a noi, non soltanto a Bossi, non interessano papocchi o pasticci. Quindi sì a unalleanza ma solo se a 360° e su tutto il territorio nazionale».
LUdc però ha bocciato il federalismo. Come fare a stare insieme?
«Cambieranno idea. Basta sedersi a un tavolo e parlarsi. E se non ci stanno non è mica un dramma. Tuttavia sono tante le cose che ci uniscono».
Tipo?
«Siamo insieme nel Ppe, abbiamo gli stessi valori di riferimento e il nostro elettorato è sovrapponibile. In più, governiamo tutti insieme in molte Regioni, Province e Comuni».
Insisto: non è che mettere insieme Udc e Lega è come mischiare lolio con lacqua, cioè impossibile?
«Sono convinto che anche la Lega potrebbe cambiare idea sui centristi se lalleanza nascesse sulla base di un accordo limpido e netto. Rafforzare la coalizione darà la botta definitiva alla sinistra».
E Casini cambierà idea sul federalismo?
«Se abbatte gli ostacoli dellideologia secondo cui il federalismo è solo unarma dei forti contro i deboli, dei ricchi contro i poveri, del nord contro il sud, sì. E sottolineo che nelle Regioni dove siamo alleati, lUdc ha sempre votato con noi».
LUdc ripete: è una riforma falsa e non si sa quanto costerà.
«La riforma, partita dalla Lombardia e giunta a un testo base rifiutato da Prodi e accolto dal governo Berlusconi, introduce principi di responsabilità. Per il cittadino vorrà dire meno Stato, meno tasse, meno burocrazia».
Le accuse sui costi?
«Critica astratta. Di numeri parleremo a settembre, coi decreti delegati. Una cosa è certa: le tasse non potranno aumentare».
Il sud trema perché teme di restare indietro. A ragione?
«No. Non vogliamo lasciare solo nessuno. Auspichiamo però esempi virtuosi e che le Regioni comincino finalmente a dire: se ce lhai fatta tu ce la posso fare anchio».
Fino a oggi invece?
«Le Regioni, ma anche molte grandi città, si permettevano il lusso di fare delle voragini nei bilanci pubblici: tanto poi ci pensa il governo a tappare i buchi».
Non sarà più così?
«Abbiamo appena dato il via a un processo rivoluzionario: il passaggio dalla spesa storica al costo standard».
Tradotto?
«Fino a oggi le amministrazioni ricevevano quanto avevano speso negli anni passati. Col paradosso che i meno virtuosi ricevevano più risorse. Non sarà più così».
Più spendevi più ricevevi?
«Esatto. Il federalismo costringe invece a essere efficaci ed efficienti. E sono pure previste sanzioni a chi sfonda i bilanci. E poi cè un altro passo da fare».
Ossia?
«Le Regioni a statuto speciale: sessantuno anni fa la loro istituzione poteva avere un senso. Ma adesso?».
Torniamo al Sud: niente aiuti laggiù?
«Io sono anche daccordo a dirottare fondi al Meridione.
Il partito del Sud aiuta?
«Macché. I partiti li fanno i popoli, non qualche leaderino in cerca di rivendicazione».
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