«Nessun riscatto per i nostri ostaggi»

da Roma

Torna alla ribalta la questione degli ostaggi italiani rapiti in Irak e dei riscatti che sarebbero stati pagati per la loro liberazione. Circostanza sempre smentita dal governo italiano e anche ieri ribadita dal ministro degli Esteri, Gianfranco Fini: «Non ho elementi nuovi. Non mi risulta che il governo italiano abbia in nessun modo pagato alcun riscatto». A testimoniare il pagamento dei riscatti, secondo quanto pubblicato ieri dal quotidiano La Repubblica, ci sarebbe un rapporto dei Ros dei carabinieri, trasmesso alla Procura della Repubblica di Roma. Esso documenterebbe come, «tra l’aprile del 2004 e il marzo del 2005, Palazzo Chigi, attraverso il Sismi e il commissario straordinario della Croce rossa, Maurizio Scelli, abbia accettato di partecipare al mercato degli ostaggi...». Così scrive il quotidiano romano, a proposito di quel fiume di denaro (milioni di dollari) che sarebbe «corso generoso per riportare a casa» le due Simone, come anche Giuliana Sgrena, «finendo sempre nelle tasche sbagliate...». Ovvero, quelle dello sceicco Abdel Salam Al Kubaisi: mediatore, ma in realtà complice dei rapitori.
Fonti dell’Arma hanno però smentito che nei documenti inviati alla Procura di Roma siano «contenuti riferimenti ad attività della presidenza del Consiglio o dei servizi di sicurezza in ordine a presunti pagamenti di riscatti». Da parte della Procura, «irritata» per la pubblicazione di stralci del rapporto dei Ros, si è tenuto a precisare che l’inchiesta coinvolge sia il responsabile del consiglio degli Ulema, lo sceicco Al Kubaissi, sia altri soggetti. All’attenzione della Procura ci sono un rapporto dei Ros e uno della Digos, il primo fin dal novembre scorso. Al momento, si dice in Procura, non ci sono elementi per configurare una responsabilità dello sceicco né ci sono comunicazioni del pagamento di somme di denaro per la liberazione degli ostaggi. In ogni caso, un’eventualità del genere non costituirebbe reato, si dice, perché non è perseguibile il pagamento di riscatto nei casi di sequestri di persona con finalità di terrorismo.
L’ex commissario straordinario della Cri, Scelli, non crede che «i verbali dei Ros contengano quelle informazioni», mentre ribadisce che per la liberazione degli ostaggi «abbiamo avuto precise richieste dagli Ulema, come quella di curare i bambini, come abbiamo fatto».

Secondo Scelli, anche la foto pubblicata dal giornale «è di una persona che non ha nulla a che vedere con quelli con cui abbiamo trattato». Per Scelli va riabilitato anche Al Kubaisi che «è l’autorevole esponente del consiglio degli Ulema, e ci chiese di aiutare il suo popolo».

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