Angelo Allegri
da Milano
«Le Borse in discesa? Non mi preoccuperei troppo. È del tutto normale: i listini sono in crescita da tempo e uno storno nelle quotazioni fa parte dellordine naturale delle cose». Marco Pisanti, responsabile dellufficio studi azionario di Banca Intesa, ridimensiona i timori sul futuro dei mercati.
Che cosa la rende così tranquillo?
«Soprattutto il rapporto medio tra i prezzi a cui le azioni vengono scambiate e gli utili delle società stesse, il cosiddetto price earning. Per quanto riguarda lEuropa siamo intorno a un valore di 15. Se lei pensa che ai tempi della «bolla» questo rapporto superava il 30, ci si rende conto che siamo lontani da eccessi speculativi. Anzi. Gli analisti prevedono che in media gli utili delle società cresceranno nel 2006 del 10%. Solo questo, pur ragionando in termini prudenziali, giustifica un aumento delle quotazioni nel corso dellanno pari al 10%».
Il ragionamento vale anche per gli Stati Uniti?
«Sì, lì il price earning è un po più alto che in Europa, siamo al 16,5, ma sono anche più alte le previsioni di crescita dei profitti, intorno al 12%. Anche qui dunque i prezzi riflettono valutazioni corrette delle società. Il che non vuol dire che non ci siano settori sopravvalutati».
Per esempio?
«Per esempio il settore bancario in Italia: qui le quotazioni sono in media il 20% superiori a quelle degli altri Paesi. Ma cè una spiegazione le voci di Opa su questa o quella banca che hanno trasferito al mercato il cosiddetto premio di maggioranza»
Parlando in generale i pessimisti citano le paure legate alla crescita del prezzo del petrolio, che ha superato i 70 dollari, e il rialzo dei tassi di interesse.
«Certo il petrolio resta unincognita anche se a livello di inflazione non si vedono segnali particollarmente preoccupanti. Quanto ai tassi la Bce ha già rinviato i tempi della stretta segnalando di voler favorire un consolidamento della crescita. Negli Stati Uniti poi la serie di rialzi, da tempo in corso, potrebbe essere addirittura vicino alla fine intorno a fine danno.
E cioè?
«Dopo Pasqua inizia negli Usa la stagione in cui le società annunciano i risultati del primo trimestre e le prospettive per lintero anno. E a questi rusultati guarderanno con attenzione gli analisti».
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