
La linea di Forza Italia non cambia: "Niente scorciatoie giudiziarie, la battaglia si fa sul piano politico" commenta l'assessore lombardo e capo delegazione azzurro in giunta Gianluca Comazzi in relazione al caos sull'urbanistica. "Il Pd è corresponsabile di tutte le scelte degli ultimi anni" insiste Comazzi, che è anche consigliere a Palazzo Marino: "Il problema di Milano non è che si è costruito troppo, ma troppo poco. Serve una svolta che favorisca davvero la rigenerazione urbana, non che la paralizzi". Quello che è certo è che la città "non può permettersi altri due anni di stallo". Intanto il sindaco Sala va avanti, seppur con un appoggio condizionato del Pd: "La sinistra scopre solo ora il garantismo. Dove erano quando nel tritacarne ci finì Berlusconi o il presidente Fontana o quando bisognava dedicare una via a Bettino Craxi?". Stesso discorso sull'affondo di Sala contro le indagini riservate che diventano pubbliche: "Stupirsi di certe prassi solo adesso mi sembra surreale".
Comazzi, il discorso di Sala non l'ha convinta?
"Mi ha convinto sul fatto che questa giunta è arrivata al capolinea. Oggi Sala scopre la politica, dopo anni in cui si vantava di non avere tessere di partito e dopo avere relegato sempre più ai margini gli esponenti più politici della sua giunta. La verità è che il modello del sindaco-manager, dell'uomo solo al comando, sta mostrando tutte le sue falle. A Milano, così come nel Paese, dobbiamo riaffermare il primato della politica, il che significa avere una visione chiara e la capacità di recepire le istanze dei cittadini, e non solo quelle dei grandi gruppi finanziari e industriali".
Politicamente parlando, cosa contesta al sindaco?
"La storia di Milano e la tradizione dei grandi sindaci socialisti come Antonio Greppi, Carlo Tognoli e Paolo Pillitteri, insegna che lo sviluppo economico deve procedere di pari passo con l'attenzione ai più fragili. Ed è proprio su quest'ultimo aspetto che l'attuale giunta, nonostante i proclami, ha fallito. In città abbiamo l'indice edificatorio più basso d'Europa, eppure continuiamo a bloccare ogni intervento. Poi ci si lamenta della mancanza di case per studenti e famiglie".
L'assessore Tancredi si è dimesso. Il Pd ha trovato il capro espiatorio?
"La sinistra cerca di scaricare tutto su un uomo soltanto, ma il fallimento è collettivo. Le politiche urbanistiche non si fanno da soli: il Pd è corresponsabile delle decisioni e delle tante ricadute negative che hanno provocato un esodo del ceto medio dalla città. I milanesi chiedono risposte, non capri espiatori. A Tancredi ribadisco la mia vicinanza umana".
Condivide l'allarme del sindaco sulle indagini riservate che diventano pubbliche?
"Se oggi, con un ritardo di trent'anni, la sinistra scopre il garantismo, ben venga. Ma stupirsi di certe prassi solo adesso mi sembra surreale, specie dopo aver visto governi e amministrazioni cadere a causa di indagini anticipate dai media che poi si sono risolte in un nulla di fatto. Forse, per citare un celebre film di Corrado Guzzanti, dopo i fascisti anche i progressisti si sono trasferiti su Marte. Ciò detto, occorre avere rispetto e fiducia nella magistratura, senza tirarla per la giacchetta e utilizzarla in maniera strumentale".
Nel centrodestra qualche voce giustizialista si è alzata...
"Il garantismo è un principio cardine per Forza Italia e deve valere per chiunque, non solo quando fa comodo. Il nostro partito, dal segretario nazionale Antonio Tajani fino ai semplici militanti, lo ha sempre praticato, anche quando eravamo i soli a farlo. Detto questo, il centrodestra ha il dovere di offrire un'alternativa solida liberando Milano dalla sinistra che ha affossato tutte le conquiste ottenute grazie agli sforzi delle giunte Albertini e Moratti".
Dopo i recenti sviluppi, non sarà più difficile trovare un candidato civico?
"Chi ama Milano e vuole cambiarla troverà ancora più motivazioni oggi.
C'è bisogno di un progetto serio, non di un nome da copertina: ed è su questo che stiamo lavorando. Il candidato deve avere una forte visione europea e di lungo termine, ma conservare anche una profonda milanesità e un'attenzione verso le piccole cose"