Non abbiamo mai avuto paura delle posizioni scomode, impopolari o controcorrente. Non ce labbiamo quando si parla di politica, quando si tratta di denunciare lintreccio di poteri forti nella palude genovese, figuriamoci se ce labbiamo quando si parla di sport.
Soprattutto, non abbiamo posizioni preconcette. Quelle le lasciamo volentieri ad altri giornali e ad altri sedicenti giornalisti, quelli difficilmente riconoscibili dagli addetti stampa delle società. Lo scorso anno, ad esempio, siamo stati i primi a dire che il Genoa avrebbe rischiato la retrocessione in C, così come siamo stati i primi ad anticipare il fatto che la sentenza della Caf sul Genoa era stata scritta prima dellinizio del processo. La prima notizia era contro Preziosi, la seconda a favore di Preziosi, entrambe a favore della dignità del lavoro dei giornalisti, che è quello di dare notizie. Non quello di creare false illusioni, di fare da grancassa a qualsiasi sciocchezza venga detta da allenatori o amministratori delegati, o di essere tifosi. La nostra è proprio unaltra partita.
Tutta questa premessa, per dire che nemmeno stavolta faremo sconti. Così come non li avevamo fatti al Genoa. Lo so, sono posizioni difficili, e tenere la schiena dritta può costare qualcosa. Soprattutto in un quadro giornalistico genovese, in cui pare che la sentenza favorevole alla Samp sia già stata scritta. Ma un uomo che non è in grado di tenere la schiena dritta, non è un uomo.
Il coinvolgimento della Sampdoria in calciopoli è ancora abbastanza nebuloso. Non abbiamo assolutamente elementi sufficienti per dire che la società blucerchiata è assolutamente innocente, o al contrario, per dire che è già colpevole. Personalmente, ad esempio, faccio fatica a pensare a Riccardo Garrone che tratta direttamente la compravendita di partita. Anzi, tendo proprio a escluderlo categoricamente. Ma non per questo metto la mano sul fuoco su tutto il mondo di Corte Lambruschini.
A prima vista, dal punto di vista penale, dagli elementi di cui si è parlato in questi giorni, mi pare ci sia davvero poco contro il presidente del Doria. Ma, dal punto di vista penale, potrebbe uscirne indenne persino Moggi.
Quello che preoccupa è il punto di vista sportivo. La giustizia sportiva - come ha dimostrato ampiamente la vicenda Genoa dello scorso anno - è completamente diversa da quella penale. Non ha nulla di garantista e bastano elementi molto meno corposi per condannare. Per di più, proprio il precedente dei rossoblù, puniti molto pesantemente per gli errori di Preziosi, non può essere dimenticato. Dopo quella sentenza «C1 meno 3» nulla potrà essere più come prima.
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