Dopo la neve, emergenza freddo: dalla Russia gas col contagocce

Gazprom taglia del 30% le forniture: "Non riusciamo a gestire tutte le richieste". Putin: "Prima il mercato interno"

Ormai è un classico, come gli aumenti della benzina alla vigilia delle vacanze: nei giorni più freddi dell’anno, Gazprom, la compagnia di Stato russa che fornisce il metano per riscaldare buona parte dell’Europa, chiude i rubinetti. A maggior ragione quest’anno in cui il maltempo è davvero un’emergenza: così il colosso russo del gas ha ammesso di non essere in grado di dare all’Europa occidentale le forniture supplementari richieste per far fronte all’ondata di gelo. Il che, per quanto riguarda l’Italia, significa un calo del 30% dei rifornimenti, come ha registrato ieri Snam Rete Gas a Tarvisio, il punto di consegna delle forniture di gas russo. E non è un caso isolato: ormai da diversi giorni a questa parte il flusso di gas verso l’Italia è in diminuzione. Il ministero dello Sviluppo, che ha convocato per domani il comitato di monitoraggio ed emergenza, ha già deciso di potenziare l’importazione di gas proveniente da Nord Europa e Nord Africa.

Il taglio considerevole alle nostre forniture sarebbe una conseguenza del maggior consumo fatto dai Paesi che il gasdotto attraversa. In altri Stati, infatti, come Polonia e Slovacchia, il calo delle forniture è stato solo del 10%. Sotto accusa è in particolare l’Ucraina - e anche questa non è una novità, visti i rapporti tesi con la Russia - che controlla i gasdotti che trasportano il gas verso l’Europa: secondo il direttore generale di Gazprom Export, Alexander Medvedev, il Paese «assorbe quotidianamente volumi di gas equivalenti a 60 miliardi di metri cubi l’anno, una quantità che supera significativamente i volumi contrattuali».

D’altra parte, è proprio in Ucraina la punta massima del freddo che sta congelando l’Europa: qui si conta il numero più alto di vittime del gelo, 122 morti in otto giorni, di cui 21 nelle ultime 24 ore.

Gazprom cerca di minimizzare la gravità della situazione, ma alla fine l’amministratore delegato Alexander Krulgov ha dovuto ammettere che «per alcuni giorni» si sono dovute ridurre del 10% le forniture a causa del maltempo: «Non siamo attualmente in grado di fornire ai partner dell’Europa i maggiori volumi di gas richiesti», ha detto, assicurando però che i volumi previsti dai contratti in corso vengono rispettati. In realtà, gli accordi prevedono un margine di flessibilità, che di solito si aggira intorno al 10%, limite entro il quale il colosso russo spera probabilmente di riuscire a rientrare. Il numero uno di Gazprom ha anche assicurato che, appena finita l’emergenza, i rifornimenti ritorneranno ai livelli normali. Ma le parole di Vladimir Putin, battute dall’agenzia Ria Novosti contemporaneamente a quelle del Ceo di Gazprom, tolgono ogni illusione. «La priorità di Gazprom - ha detto il primo ministro - è quella di fornire il mercato nazionale». Premesso questo, Putin ha chiesto all’azienda di soddisfare le richieste europee solo dopo aver fatto fronte alle necessità interne.

«Vi chiedo di fare tutti gli sforzi per soddisfare le necessità dei nostri partner stranieri, garantendo però l’obiettivo principale della compagnia energetica che è quella di rispondere ai bisogni interni della Russia» ha concluso.

E l’Unione Europea corre ai ripari, attivando un gruppo di coordinamento per il gas, anche se «non siamo in emergenza», afferma Marlene Holzner portavoce del commissario Ue all’Energia.

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