Almeno, per una volta, avrebbe potuto togliere lorecchino. Se non per rispetto istituzionale, almeno per rigore storico. Ma tantè. Orecchino è stato. Con tanto di vaporosa camicia bianca (ma sporca), di gilet consunto e di sandali di pelle. Nichi Vendola (nella foto) si è dato al teatro, prestando il suo proverbiale eloquio al pescivendolo Tommaso Aniello dAmalfi, passato alla storia come Masaniello, il capopopolo della rivolta napoletana contro la dominazione spagnola. Il Vendola-Masaniello ha affrontato laltroieri al Petruzzelli di Bari (nellambito degli spettacoli «La giustizia a teatro», che mettono in scena i processi ai grandi della storia) le accuse mosse nientemeno che dal procuratore di Torino Giancarlo Caselli, prestato anche lui al palcoscenico: «Un eroe che si oppose ai soprusi del tiranno o un furbo che utilizzò la rivolta popolare per interessi personali?».
Alla fine è arrivata lassoluzione. «Pur di assolvere Vendola - chiosa il deputato pugliese del Pdl Luigi Vitali - a Bari si cambia la storia. Processo breve? No, meglio: assoluzione immediata e a prescindere, anche a dispetto della storia».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.