Per Nicole matrimonio anti-paparazzo

Elicottero spia e nozze al buio per tenerli lontani

Nino Materi

Hai voglia a prendere precauzioni, ma se il paparazzo arriva dal cielo anche il matrimonio più blindato può venire «scassinato» da un semplice clic. Lo sanno bene i «Robert Capa» dei flash gossipari e per questo nel loro budget - quando ne vale davvero la pena - è sempre inserita la voce di spesa: «noleggio piper». Ed è indubbio che le nozze annunciate tra Nicole Kidman e il fortunatissimo Keith Urban rientrino nella categoria «grandi eventi» per i quali un fotografo è disposto a tutto pur di rimediare uno scatto del fatidico sì. Peccato però che l’ex di Tom Cruise abbia già venduto l’esclusiva della cerimonia a una rivista americana che ha posto come clausola al pagamento del principesco cachet «l’assenza assoluta su altre testate di foto "rubate" prima della pubblicazione del servizio acquistato».
Ed è per questa ragione che la Kidman ha preso due «fondamentali» decisioni: sposarsi il 25 giugno quasi al buio (per l’esattezza all’ora del tramonto) e ingaggiare un elicottero-spia in grado di pattugliare lo spazio aereo sulla cappella di Sydney scelta per le nozze al fine di tenere lontano eventuali incursioni a opera di avio-paparazzi.
Nicole e il futuro marito hanno contattato l’australiano David Gemmell, un investigatore privato col brevetto da pilota che dovrà occuparsi dell’operazione «caccia paparazzi»: «Era preoccupata dall’invadenza dei fotografi, e io le sto dando una mano», ha commentato Gemmell al quotidiano britannico Mirror. Una «mano» che, in passato, è servita anche a molti altri vip dello star system, colti da improvvisi attacchi di tutela della privacy. La galleria dei sistemi anti fotografi è ricca di soluzioni originali: dal sosia scelto da Michel Jackson per depistare gli snapper, ai teloni bianchi stesi dalla coppia Falchi-Ricucci attorno al giardino del party post matrimonio; dai vetri di casa oscurati nella villa dei coniugi Beckham, ai travestimenti modello clochard di Charlize Teron.
Ma per fare una foto, ormai, basta un semplice telefonino. E così Britney Spears, tanto per non correre rischi, ha proibito agli ospiti delle sue feste di farsi vedere con un cellulare forniti di cameraphone. Un aut aut al quale si è allineato pure il Garante per la privacy che ha rivolto ai produttori l’invito a inserire nei cellulari «occhiuti» dispositivi «antipaparazzi».
Qualcosa di molto simile è stato brevettato da Hewlett-Packard, che ha proposto di dotare cellulari e macchine fotografiche digitali di un dispositivo, attivato da un telecomando, che sfoca automaticamente le foto e specialmente il volto: chi vuole mantenere la propria privacy non deve fare altro che attivare il dispositivo per rendere inutilizzabili gli scatti rubati; ma la stessa Hp ammette che per essere praticabile, questa tecnologia avrà bisogno di essere resa obbligatoria per legge.
In attesa di norme certe, c’è intanto chi opta per una linea - diciamo così - più pragmatica: Elton John, ad esempio, a Cannes ha dato sfogo a tutto il suo odio per i paparazzi interrompendo una premiazione per dire che non gli dispiacerebbe «se tutti finissero ammazzati».


La rockstar stava premiando il giovane attore canadese Kevin Zegers - coprotagonista del film «Transamerica» di Felicity Huffman - ma quando un fotografo ha cercato di attirare la sua attenzione ha perso le staffe e ha urlato davanti a un'attonita platea. «Tu, testa di c.... dovrebbero spararvi a tutti, fottuti fotografi». Uno sfogo isterico subito immortalato dalle principali agenzie fotografiche internazionali che hanno diffuso le immagini in tutto il mondo.

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