Niente austerity code e negozi pieni

La crisi dello shopping? Basta chiedere ai commercianti genovesi, in rivolta contro la Regione e contro le loro stesse categorie che dovrebbero rappresentarli e che invece si sono accordate per iniziare i saldi invernali il 3 gennaio. Prima ancora che arrivi la Befana. Non ci stanno, i negozianti, perché l’aria da depressione totale proprio non riescono a sentirla. «Assolutamente no, gli acquisti di Natale non sono ancora entrati nel vivo, ma i primi giorni dimostrano che la gente sente aria di bonus, è pronta a spendere, a scrollarsi di dosso questo alone di sfiga - garantisce Paolo Bedocchi, titolare della catena di abbigliamento L’Uragano -. Anzi, questa scelta di anticipare i saldi manda un brutto segnale. È quasi un invito ad aspettare i ribassi». I commercianti che si ribellano ai saldi sotto le feste si sono addirittura riuniti in un ristorante del centro, per ribadire che il momento non è affatto dei peggiori e che servono misure a sostegno degli acquisti, non il contrario. E già ieri, nonostante il diluvio e i ripetuti messaggi di allerta meteo, nella centralissima via Venti Settembre i negozi erano quasi tutti aperti, oltre che abbastanza frequentati.

L’altro cuore del commercio genovese, la zona di via San Vincenzo e via Colombo, è illuminata da luminarie da record pagate dal centro integrato di via. «Il Comune non aiuta, ma noi non ci stiamo», ripetono i negozianti. Dalla crisi si esce così.

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