di Gentile Direttore,
approfitto della sua ospitalità perché il suo quotidiano ha dato conto lunedì scorso dellimprovvido attacco lanciato dallonorevole Giovanardi alla prima delle tre puntate che La Storia siamo noi ha dedicato al ricordo dell11 settembre.
In quella puntata, sulla scorta di un documentario realizzato in America e trasmesso in molti Paesi (negli Stati Uniti, tra laltro, da affiliate alle reti Fox, che certo non possono essere sospettate di propaganda anti-americana), ci siamo semplicemente limitati a ricordare alcuni interrogativi rimasti tuttora aperti su quella tragedia.
Dice lonorevole Giovanardi che, nella mia presentazione, avrei detto che quellorrore è stato «rappresentato, testualmente, come «una gigantesca messinscena».
In realtà, allesatto opposto, chiedevo, in forma ovviamente retorica, se fosse «davvero credibile che si sia trattato soltanto, come sostiene qualcuno, di una gigantesca messa in scena?». E tale domanda era rafforzata, anche visivamente, da un punto interrogativo a tutto schermo.
Sempre secondo lonorevole Giovanardi, avremmo poi avallato la teoria secondo cui nessun aereo si sarebbe schiantato contro il Pentagono. Chi ha visto la trasmissione, sa che, mettendoci la faccia in primo piano, ho definito tale tesi «stravagante»: strano modo per dar credito a una ipotesi.
Non pago, lonorevole Giovanardi ci accusa anche di insinuare che «siano stati i governanti americani a provocare il tutto per poter intervenire militarmente in Irak». Unaccusa che, francamente, lascia stupefatti, perché smentita dallevidenza di ciò che è andato in onda.
Viene, semmai, il sospetto che lonorevole Giovanardi abbia dedicato alla nostra trasmissione unocchiata distratta e frettolosa: un po come accaduto con la puntata che abbiamo dedicato alla strage di Ustica.
In quelloccasione, fu ancora lonorevole Giovanardi ad attaccarci duramente, soltanto perché a differenza di lui, e come quei giudici che proprio in questi giorni hanno condannato due ministeri a risarcire i familiari delle vittime non nutrivamo la sua certezza granitica che il Dc-9 fosse stato distrutto da una bomba a bordo.
Benché sia comprensibile da parte di chi si nutre appunto di certezze (e che dunque ritiene che anche sull11 settembre, come su Ustica, si sappia tutto, e non ci sia più nulla da sapere e da capire), dispiace comunque che lonorevole Giovanardi non abbia avuto tempo e voglia di vedere le tante trasmissioni che non solo questanno abbiamo dedicato all11 settembre. Chissà, magari avrebbe apprezzato lo sforzo da noi compiuto per indagare a fondo levento che ha determinato il corso di questo scorcio di XXI Secolo: a cominciare, sintende, dal ricordo degli eroi di quel giorno (uno su tutti, il sindaco Rudy Giuliani, protagonista del secondo appuntamento di La Storia siamo noi) e, soprattutto, delle vittime (di cui, nella terza trasmissione, abbiamo fatto riascoltare le ultime, strazianti telefonate dalle Torri Gemelle già in fiamme).
Soprattutto, avrebbe forse apprezzato il nostro tentativo di declinare i programmi che realizziamo come servizio al pubblico: unindagine storica e giornalistica che rispetta lo spettatore come cittadino, e non come consumatore, offrendogli strumenti e informazioni affinché possa formarsi un proprio punto di vista.
È quello che noi chiamiamo «il giornalismo dei punti interrogativi». La puntata cui fa distrattamente riferimento lonorevole Giovanardi ne era piena: ma forse lui non li ha visti.
*giornalista e coordinatore della struttura Rai150
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