Niente galera per gli stupratori della tredicenne

Silvia Gilioli

da Jesi

Per la polizia, è assolutamente inattaccabile la versione della tredicenne che a metà luglio ha subito lo stupro, nei giardini di Jesi. I tre quindicenni che hanno abusato di lei sono stati portati in Abruzzo, in comunità diverse, perché non si possano parlare. Accusati di violenza sessuale di gruppo, rischiano una condanna sino a 12 anni, comunque eviteranno il carcere vero e proprio per la giovanissima età.
Di origine dominicana, sono nati in Vallesina. Qui la comunità centramericana conta poche decine di famiglie, che hanno trovato lavoro nella sterminata periferia industriale.
Resta ancora da chiarire qualche particolare della vicenda che ha portato alla violenza e come mai nessuno dei partecipanti alla festa in corso nel parco non si sia accorto di nulla.
In un primo momento la ragazzina aveva seguito i quindicenni. Conosceva bene il capobranco, proprio con lui aveva avuto un piccolo flirt, è per questo che si era fidata, nel seguirli. Quell'adolescente dalla pelle ambrata però si è spinto oltre, troppo oltre, non si fermava più. Ha consumato il rapporto completo e poi ha voluto condividere con gli amici gli abusi su quella che per lui era diventata semplice oggetto di divertimento.


Lo scorso febbraio i tre erano stati sospesi dalle medie, a Jesi, per avere picchiato un bambino di 11 anni, poi erano stati riammessi. Frequentavano la stessa scuola della ragazzina, promossa in terza media, non erano tuttavia in classe con lei. Adesso cercavano un lavoro, non avendo più voglia di studiare.

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