Antonio Lodetti
da Milano
Lo ha detto con un pizzico di falsa modestia salendo sul palco della sua ultima creatura, il Live 8, davanti a centocinquantamila persone più qualche miliardo in tv. «Le mie canzoni non giustificano la mia presenza sul palco». Il suo ultimo disco Sex Death & Age del 2002 non si può dire che sia diventato un best seller; si è detto che Bob Geldof sarà ricordato dai posteri come «il più grande organizzatore di eventi mai apparso sulla Terra» e non come musicista.
Ma nessuno avrebbe mai pensato ad una debacle come questa. Lartista costretto ad annullare (dopo quelli siciliani) anche i concerti di venerdì sera allArena di Milano e di ieri al Centrale del Tennis di Roma per mancanza di pubblico. Un disastro. A Milano si sono presentate una cinquantina di persone e Bob è stato gentilissimo, sè fatto fotografare e ha firmato autografi, ma lorganizzatore Francesco Iacovone si è affrettato ad annullare lo show romano. «Mi sento boicottato - attacca però Iacovone -; non capisco come un artista che vanta un sito Internet con 19mila visitatori e fan in tutto il mondo non abbia suscitato interesse in Italia. Cosè successo? A Milano ho rimborsato un biglietto col numero progressivo 240 mentre i biglietti venduti sono stati una cinquantina. Molti siti Internet avevano annunciato il tutto esaurito. Non vorrei che qualcuno avesse fatto manovre strane per boicottare i concerti. Accerterò le responsabilità e se sarà il caso ricorrerò alle vie legali».
È arrabbiatissimo Iacovone, che nei giorni scorsi aveva dovuto combattere anche contro i biglietti falsi. Avra ragione? Non sarà che ormai il pubblico vede in Geldof soltanto il maestro di cerimonie delle grandi cause umanitarie? Un conto è quando riporta sul palco i Pink Floyd come nel Live 8; un altro quando porta in giro in prima persona le sue canzoni come The Great Song of Indifference o quelle dellantico repertorio degli Stray Cats.
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