Marco Morello
Disperde il proprio sangue in segno di protesta contro chi, almeno in senso figurato, gliene aveva già succhiato tanto. Non cè bisogno di scomodare Bram Stoker per raccontare questennesimo episodio di cattiva amministrazione, piccolo rivolo di una storia dalle proporzioni ben più vaste. Il protagonista è un pensionato di 63 anni, invalido civile, che da alcuni mesi attendeva un rimborso di circa 500 euro da parte dellAcea per una bolletta dallimporto errato. Stanco di continui rinvii e solleciti infruttuosi, ha deciso di tentare limpensabile per sbloccare la sua posizione tuttaltro che confortevole: ieri mattina, intorno alle 8.30, si è presentato negli uffici di piazzale Ostiense e tra lo stupore generale si è tagliato un braccio con una lametta, schizzando il suo rosso fluido vitale in faccia allo sventurato addetto allo sportello, che non ha retto allimpatto ed è svenuto. A ristabilire la calma solo lintervento degli agenti del Commissariato Celio, che hanno fatto desistere luomo dal proposito di procurarsi altre ferite.
«Bollette pazze» insomma è tornata a colpire, in una vicenda in cui trova posto anche un Dracula un bel po assetato. Nonostante i clamori dei mesi scorsi e i solleciti dellAutorità per lenergia elettrica, lazienda che fornisce lilluminazione a un milione e mezzo di romani ha preferito tergiversare. E così non ha erogato per intero il denaro che doveva a 300mila clienti, gli stessi che si sono visti recapitare a casa un conto tanto salato quanto esoso, ma lo hanno pagato lo stesso per via della domiciliazione o per evitare il distacco del servizio. In aria sono rizzati tanti capelli, e senza che nessuno abbia messo nemmeno un dito nella spina della corrente. «Il caso di ieri - ha stigmatizzato Franco Di Grazia, presidente dellAssociazione piccoli azionisti Acea - è solo la punta delliceberg. Il fenomeno non si è affatto esaurito, mentre le cifre non dovute le stanno restituendo a singhiozzo». I controlli effettuati dalle nuove società appaltatrici della gestione informatica dellAcea non sono accurati quanto dovrebbero, e lerrore si ripresenta con una puntualità recidiva. «Abbiamo sollevato il caso di fronte alla Corte dei conti - continua Di Grazia -. Il vecchio sistema era molto più efficace. Il sospetto che qualcuno abbia dato lordine di abbassare la soglia dattenzione per ripianare i buchi del bilancio non appare così infondato».
Intanto la storia del pensionato sembra essersi risolta con la giusta trasfusione e qualche punto di sutura: già oggi la Banca di Roma dovrebbe rifondere il maltolto con un ordine di pagamento a suo favore.
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