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Niente truppe da Berlino: non ce le hanno chieste

La Germania spiega che attende notizie da Beirut, ma in realtà il governo è diviso

Salvo Mazzolini

da Berlino

Incertezza sulla data di partenza, contrasti all'interno della coalizione su quanti soldati inviare in Libano, polemiche sui compiti della missione. La partecipazione tedesca alla forza di pace dell'Onu è ancora tutta da definire. Una decisione doveva essere presa oggi dal governo per poi essere sottoposta al voto del Parlamento in settimana. Ma ieri, rompendo la pausa domenicale, il portavoce del governo ha annunciato che per il momento ogni decisione è rinviata. Motivo: da Beirut non è ancora giunta la richiesta per l'invio di caschi blu tedeschi e in attesa di una richiesta chiara ed esplicita il governo non può decidere sull'entità e la composizione della spedizione. Impedimento puramente formale o qualcosa di più?
L'ultimo contatto tra Beirut e Berlino risale a mercoledì scorso, quando ci fu una telefonata tra la cancelliera Angela Merkel e il premier libanese Fuad Siniora che assicurò l'interesse del Libano alla presenza di unità navali tedesche con compiti di pattugliamento lungo le coste per impedire lo sbarco di armi destinate alle milizie di Hezbollah. Interesse che però non è stato formalizzato con una nota diplomatica come chiedeva Berlino. Secondo la stampa tedesca non è da escludere che il ritardo di Beirut sia dovuto a contrasti nel governo libanese di cui fanno parte anche due ministri di Hezbollah presumibilmente non entusiasti all'idea di un blocco navale ai loro canali di rifornimento.
Certo è che gli indugi di Beirut non dispiacciono a Berlino perché permettono al governo di avere più tempo per appianare i contrasti interni sulla missione. Chiarito che i reparti tedeschi non saranno impiegati in zone a rischio di confronto con gli israeliani (una prospettiva che Berlino ha subito detto di non poter accettare per ragioni storiche), l'orientamento dei partiti della Grosse Koalition è favorevole all'invio di caschi blu. Ma ci sono divisioni sulle dimensioni della spedizione. Il ministro della Difesa Jung (Cdu, il partito della Merkel) è per un impegno massiccio, da 1.500 a 2.000 unità, tra militari e civili. Troppi secondo i socialdemocratici, i quali devono tenere conto che gran parte del loro elettorato è contrario alle missioni militari all'estero.
Ma il nodo più difficile da sciogliere riguarda i compiti della forza di pace. Berlino insiste perché fin da ora sia chiarito con Beirut se le unità navali tedesche dovranno limitarsi a compiti di sorveglianza oppure se dovranno intervenire a fianco delle forze libanesi in caso di trasporti clandestini di armi. Nella seconda ipotesi non è da escludere che i reparti tedeschi possano essere costretti a sparare. E su questo punto molte sono le voci contrarie all'interno della coalizione, soprattutto nella Csu, l'ala bavarese della Cdu, che si oppone ad impegni che possano coinvolgere i reparti tedeschi in azioni di combattimento.

La stessa Merkel ha detto che non saranno presi impegni che espongano «i nostri soldati» a rischi non calcolati.

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