Roma L’istantanea di quanto si stiano allontanando le strade di Pdl e Lega non sta tanto nell’incontro saltato ieri tra Silvio Berlusconi e Umberto Bossi. Perché, a dire la verità, l’appuntamento non è mai stato davvero in agenda e lo si è solo ventilato. Insomma, che i due non si siano visti ha un valore relativo. Quel che conta, invece, è cosa succederà questo week end. Con Angelino Alfano che oggi, accompagnato dai capigruppo Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri, incontrerà Mario Monti «con grande apertura di spirito» per esaminare il pacchetto di misure anti-crisi.
Al punto che i parlamentari del Pdl sono stati garbatamente invitati ad astenersi da prese di posizione pubbliche sulla manovra. E con il Carroccio che domani invece si sfilerà persino da un appuntamento istituzionale come la convocazione di parti sociali, Regioni ed enti locali a Palazzo Chigi per fare il punto con il governo sui provvedimenti che saranno varati nel Consiglio dei ministri di lunedì. Roberto Cota e Luca Zaia, governatori di Piemonte e Veneto, saranno a Vicenza al Parlamento del Nord. Con il passare dei giorni, insomma, diventa sempre più difficile conciliare posizioni che a livello nazionale sono davvero troppo distanti.
E se pubblicamente il Cavaliere continua a sostenere che l’asse tra Pdl e Lega non è in discussione, nelle sue conversazioni private non nasconde la preoccupazione per un equilibrio difficile. Soprattutto se il governo Monti arriverà a fine legislatura. Insomma, «tenere così per un anno e mezzo non sarà facile». Non a caso, ieri Maroni ha accolto positivamente la notizia del mancato vertice Berlusconi-Bossi: «Meglio, sono sempre stato contrario», subito prima di annunciare che alle prossime amministrative «la Lega correrà da sola ovunque perché è finita l’alleanza col Pdl».
Ed è anche per questo che a via dell’Umiltà sono in molti a guardare verso il Terzo polo. E all’Udc in particolare.
Con i centristi di Casini, infatti, c’è la comune appartenenza al Ppe. Proprio ieri a Roma c’era il presidente Wilfred Martens che ha incontrato Berlusconi, Alfano, Frattini e nel pomeriggio Casini. Una visita «preparatoria» in vista del ventesimo congresso del Ppe la prossima settimana a Marsiglia, dove ci saranno sia il segretario del Pdl (che interverrà mercoledì e sarà seguito da una delegazione di una cinquantina parlamentari) che il Cavaliere (atteso per mercoledì, quando potrebbe anche incontrare il nuovo premier spagnolo Mariano Rajoy). «I valori del Ppe devono essere i valori fondanti della nuova Europa», ha spiegato Alfano che ieri ha nominato Andrea Ronchi responsabile per i rapporti col Ppe. A Marsiglia, invece, potrebbe non esserci Casini.
Che al momento non ha confermato la sua presenza forse, si ragiona nel Pdl, perché vuole evitare di presentarsi a un appuntamento internazionale con Berlusconi. Di fatto, Pdl e Udc sono ora nella stessa maggioranza e forse il leader centrista vuol evitare che passi l’immagine di un rapporto rinsaldato.
Perché è effettivamente curioso che al congresso Casini si limiti a mandare Lorenzo Cesa. Chi sta ragionando sull’eventualità di partecipare come «visitatore» è invece Gianfranco Fini. Il Fli non ha ancora deciso la sua collocazione in Europa anche perché gli eurodeputati futuristi a Bruxelles siedono ancora nel gruppo Pdl. Chiedere l’adesione al Ppe potrebbe essere una delle ipotesi, soprattutto se l’esperienza del Terzo polo è destinata ad andare avanti.
A quel punto, il Ppe - ma lo scenario è così a lungo termine dall’essere imprevedibile - potrebbe essere l’ombrello sotto il quale Terzo polo e Pdl potrebbero tentare un riavvicinamento. Soprattutto se l’asse con la Lega non dovesse reggere dopo un anno e mezzo (se arriverà a fine legislatura) di governo tecnico.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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