Dopo che sabato una lucciola, stanca di venire picchiata e di essere costretta a drogarsi per prostituirsi, ha fatto arrestare il suo fidanzato-aguzzino, nella notte tra domenica e lunedì la polizia ha «affilato le armi». E, durante un pattugliamento notturno in viale Sarca (in zona Niguarda) sono state accompagnate in questura per essere identificate nove lucciole di cui sette romene, una moldava e una albanese, tutte tra i 20 e i 40 anni. Se le romene risultassero in Italia da oltre 90 giorni, devono essere iscritte all’anagrafe (il che comporta avere una residenza e un lavoro) e avere un’assicurazione sanitaria. In caso non avessero i documenti richiesti dalla legge, saranno segnalate e resteranno a disposizione dell’ufficio immigrazione, che intimerà loro l’espulsione; se entro 15 giorni non presenteranno i documenti, l’espulsione diventerà coatta.
«Gli accompagnamenti in questura fatte dalla polizia e le multe inflitte dai vigili ai clienti purtroppo sono semplici deterrenti. Solo una legge che imponga il divieto di esercizio per le strade consentirebbe una vera svolta» ha dichiarato ieri il vice sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato.
«Solo nei primi tre mesi del 2008 - spiega De Corato -, a seguito di 3mila354 persone e 3mila483 veicoli controllati, la polizia municipale ha inflitto ben 1.048 multe ai clienti che hanno adescato le lucciole per strada. E gli introiti, al solito, hanno finanziato il progetto di accoglienza delle donne vittime della tratta. Progetto che dal 2001 ha sottratto quasi 500 donne dalla morsa degli sfruttatori (76 solo nel 2007). Ora - prosegue De Corato - è tempo di dar corso alla revisione della legge Merlin che è vecchia di mezzo secolo. Nell’ambito della firma dei Patti per la sicurezza, il Comune di Milano aveva fatto una proposta chiara al vecchio governo: vietare la prostituzione per le strade. Un’idea che non ha avuto seguito e che oggi è sostenuta dal nuovo sindaco di Roma Gianni Alemanno».
«A sostegno di questa riforma - sottolinea De Corato -, come parlamentare ho ripresentato lo scorso 29 aprile un progetto di legge che va nella stessa direzione. E che nello specifico prevede una sanzione amministrativa fino a 5mila euro per chi è colto nell’atto di praticare la prostituzione in luogo pubblico e l’arresto fino a 15 giorni, oltre a un’ammenda fino a 2mila euro, in casi di reiterazione del reato.
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