Nina, la nonna-terremoto scampata a due sismi

Nella tendopoli di Barisciano è una personalità. Ed è anche molto coccolata. Antonina, detta Nina, ha 105 anni ed è sopravvissuta a due terremoti: quello che ha colpito l’Abruzzo lo scorso 6 aprile, alle 3 e 32 - uccidendo oltre 290 persone - e quello che nel 1915 devastò la Marsica, nella stessa regione, e si portò via oltre 25mila civili, intrappolati sotto le macerie delle loro abitazioni.
Nella tendopoli di nonna Nina vivono oggi 1.800 sfollati, divisi in 200 tende. Mancano ancora le stufe e i terremotati si lamentano per il freddo. La tenda più calda è riservata a lei, inquilino speciale. «Come stai nonna?», le chiede un parente, mentre la signora siede su una sedia a rotelle, una coperta della Protezione civile posata sulle gambe. «Sento un po’ caldo», risponde la sopravvissuta più anziana del terremoto in Abruzzo. Si è salvata lunedì grazie all’intervento di suo nipote, Francesco Di Paola, assessore, che l’ha portata fuori dalla sua casa, nel paese di Poggio Picenze. La signora Nina è ormai celebre per essere scampata già a due guerre mondiali e a un altro sisma. Aveva undici anni quando il 13 gennaio del 1915 la terra tremò alle 7 e 55 del mattino nel territorio della Marsica. L’epicentro della fortissima scossa era la conca del Fucino. Il sisma fu così violento che fu percepito anche in alcune zone del Lazio e della Campania. Avezzano, capoluogo della regione, fu praticamente rasa al suolo. In città, su 11.208 abitanti, morirono 10.719 persone. Nonostante la devastante violenza della scossa, nonna Antonina scampò a quell’enorme tragedia. Ha potuto così raccontare ai suoi due figli, oggi a loro volta terremotati, i dettagli di quel terribile giorno. Se oggi la signora Nina deve la vita al nipote assessore, allora a salvarla fu la madre, che al momento del terremoto aspettava un bambino: quando arrivò la scossa, se la mise in braccio e corse fuori casa.
Nonna Nina è stata doppiamente fortunata, ma tra le tende dell’Abruzzo sono molti gli anziani a contare gli amici di una vita rimasti sotto le macerie del terremoto: Antonietta ha quasi ottant’anni. Fino a lunedì viveva a Onna, il paese più colpito dal sisma, racconta il Centro, giornale dell’Abruzzo. Ci è voluta tornare per rendersi conto dei danni e rivedere la propria casa, che da fuori sembra intatta. «Dentro è tutto crollato - racconta - e non so quando potrò tornare a riprendermi qualche oggetto. Forse mai più». Nel terremoto ha perso sette amici.

«Vivevamo in simbiosi, dai tempi delle elementari», dice di una vicina di casa. Eppure Antonietta, nella tragedia, è ottimista. «Ho perso la casa, è vero, ma sono ancora viva. Soprattutto lo sono i miei figli e le mie nuore».

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