No ai 3 docenti per classe Torna il maestro unico

da Roma

Un solo maestro in ogni classe per tutto il ciclo delle elementari. Per ora c’è soltanto il parere favorevole del governo alla proposta, presentata ieri in Consiglio dei ministri, insieme a tutte le altre novità destinate a rivoluzionare il sistema dell’istruzione pubblica. Ma vista la determinazione con la quale il ministro, Mariastella Gelmini, porta avanti le sue iniziative riformatrici è assai probabile che il provvedimento veda la luce, come auspicato dal ministro, prima della fine dell’anno.
La Gelmini dunque vuol mandare in soffitta il cosiddetto modulo, ovvero il sistema attuale che prevede in ogni classe tre insegnanti su due sezioni. E i sindacati già profetizzano lo sfascio mentre l’opposizione accusa il governo di voler riportare la scuola ai tempi di Edmondo De Amicis e del libro Cuore. Per la verità però il maestro unico è arrivato ben oltre l’Ottocento. L’introduzione del modulo è una novità relativamente recente, introdotta negli anni ’90 e divenuta operativa a partire dal 1995. Una novità che allora fu molto contestata. Anche da parte di tanti insegnanti, abituati da anni a gestire da soli la propria classe. Con il calo delle nascite però il numero degli alunni diminuiva di anno in anno e dunque furono in molti ad interpretare l’invenzione del modulo come un escamotage per mantenere gli stessi posti di lavoro con meno cattedre a disposizione.
«Vogliamo tornare al maestro unico perché corrisponde ad un’esigenza pedagogica, soprattutto nei primi anni di scolarizzazione, e anche alla necessità che i bambini abbiano nel maestro unico un punto di riferimento - spiega la Gelmini -.

Presenterò il provvedimento all’interno del piano programmatico sulla scuola per applicare la Finanziaria».
Ovvio che questo sia il provvedimento più indigesto per i sindacati, preoccupati dal rischio di un drastico taglio dei posti di lavoro.

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