Milano - Separati in casa. Walter Veltroni non va ma "benedice" la manifestazione, Franceschini ci sarà e Bersani starà a casa. Ma "spiritualmente", sabato in piazza a manifestare contro il Cavaliere, ci saranno tutti. A un mese dalle primarie il Pd inizia a scricchiolare e la diaspora, davanti alla manifestazione di piazza San Giovanni, è irrefrenabile. Intanto arriva il no della Rai alla richiesta della
neodirettore Bianca Berlinguer di trasmettere la manifestazione in diretta: vibrate
proteste da parte del consigliere di viale Mazzini Nino Rizzo
Nervo e accuse ai democratici da parte del leader Idv Antonio Di Pietro.
Il fuoco amico di Di Pietro Crescono di numero e di
peso le adesioni nel Pd al "No B Day" di sabato, ma Pier Luigi
Bersani non cambia idea e minimizza: "Sulle priorità il
partito è unito". Oltre ai distinguo interni, tuttavia, il
leader Democratico finisce anche sotto il fuoco "amico" di
Antonio Di Pietro che non solo gli rinnova l’epiteto di "Capitan
Tentenna" ma arriva, con il capogruppo Massimo Donadi, alla
provocazione di dire che "se Fini fosse uno dei leader del Pd,
l’opposizione sarebbe molto più agguerrita e forte".
Il Pd si spacca e Bersani minimizza Per evitare che il "No B Day" diventi la prima occasione di
spaccatura dentro il Pd, a poco più di un mese dalle primarie,
i sostegni non arrivano solo dagli esponenti dell’Area
democratica, in piazza capitanati da Dario Franceschini. A San
Giovanni ci saranno Marina Magistrelli e Franco Monaco, vicini a
Rosy Bindi, e anche la dalemiana Barbara Pollastrini si augura "una bella riuscita" della manifestazione. Ma certo nella
minoranza interna, come dimostra anche la spaccatura nel gruppo
al Senato, c’è più di un maldipancia per la rotta intrapresa
dal vertice.
Bersani fa mostra di non dare peso a critiche e distinguo e
tiene il punto. "Non spacchiamo il capello in quattro e non
inventiamoci questioni di lana caprina", taglia corto con i
giornalisti che gli fanno presente le critiche interne sul No B
day e dopo l’intervista di Enrico Letta sulla giustizia, che non
è piaciuta nemmeno alla Bindi.
Marino: "Sostenere il No B Day" "Bersani ha detto che vuole avviare
una riflessione per avere delle grandi manifestazioni di cui sia
promotore il Partito Democratico e questo è il suo lavoro di
segretario. Io penso che bisogna sostenere e dare voce a quella
parte di Italia che porta avanti idee che vogliono modernizzare
il nostro Paese e i bloggers, organizzatori del No B-Day, ne
sono una delle componenti più moderne". Lo ha detto il
senatore del Pd Ignazio Marino, a chi gli gli chiedeva il motivo
della sua partecipazione alla manifestazione del No B-Day, a cui
il Pd non ha aderito ufficialmente. "Quel popolo che ha lanciato la manifestazione è lo stesso
popolo che ha sostenuto in gran parte la mia candidatura - ha
spiegato Marino - È un’Italia che vuole uscire da una fase
cupa, in cui il governo investe su progetti faraonici come il
ponte sullo stretto di Messina, senza investire invece nella
ricerca".
No alla diretta Rai "La decisione di negare al TG3 la possibilità di realizzare un
approfondimento con dirette dalla piazza sulla manifestazione di
sabato prossimo, la prima in Italia organizzata dalla Rete è molto grave e lede i poteri e
l’autonomia del direttore di testata", ha
denunciato Nervo nella speranza che "la direzione
generale torni sui suoi passi e che anche il nuovo direttore di
Rai3, al quale spettano le decisioni sul suo palinsesto,
appoggi con convinzione e determinazione la richiesta di Bianca
Berlinguer".
Di Pietro: "Colpa del Pd" Il no della Rai alla diretta per la
manifestazione "No B-Day" è colpa anche del Pd che non ci ha "messo la faccia".
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