No alla chiusura: occupato il San Giacomo

La decisione è arrivata alla fine dell’assemblea del personale: occupazione. Così, dalle 17 di ieri pomeriggio, l’ospedale San Giacomo è occupato dal personale medico, paramedico e da pazienti ai quali però sarà garantito il servizio di assistenza senza interruzione. Nel cortile interno dell’ospedale, in due banchetti, si prendono i nominativi delle persone disponibili a presidiare l’ospedale. Tre i turni predisposti: dalle 14 alle 21, dalle 21 alle 7 e dalle 7 alle 14. Garantite almeno 10 persone per ciascun turno. Al presidente della Regione Piero Marrazzo è stato inviato un fax nel quale si chiede «di dare spiegazioni».
«L’occupazione è a oltranza - spiega Franco, infermiere al San Giacomo da 35 anni - presidieremo l’ospedale 24 ore su 24, almeno fino a quando Marrazzo non si degnerà di venirci a dare delle risposte». «Il San Giacomo è vostro! - si legge su uno dei cartelloni affissi nel cortile della struttura - Ve lo stanno chiudendo. Difendetelo! Noi lavoratori dell’ospedale lo stiamo occupando pacificamente. Unitevi a noi, venite al San Giacomo». Il personale medico, paramedico e i pazienti, intanto, stanno organizzando una serie di iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica. Slogan degli eventi sarà: «No alla chiusura del San Giacomo». Domani pomeriggio, dalle 14 in poi, a piazza del Popolo sarà allestito un gazebo. «Ai cittadini daremo informazioni corrette - spiega un infermiere - perché su questo ospedale sono state dette solo bugie». Domani sera, dalle 20 in poi, presso la chiesa di S. Maria del Popolo, si terrà un concerto. Giovedì pomeriggio, invece, il personale dell’ospedale, affiancato dai pazienti, darà vita a un sit-in di protesta che si terrà dalle 14 alle 20 di fronte all’Ara Pacis. «Non stiamo lottando per il nostro posto di lavoro - dice una dipendente dell’ospedale - ma per difendere una struttura pubblica che non deve chiudere. Non sarà il San Giacomo a sanare i conti della sanità pubblica. Chi sarà avvantaggiato saranno soltanto le cliniche private».
Parole di conforto ai lavoratori arrivano da Federico Guidi (Pdl), presidente della commissione Bilancio del Comune: «Esprimo piena solidarietà al personale del San Giacomo che da oggi, mortificato, si trova costretto a mettere in pratica l’estrema forma di protesta dell’occupazione di una struttura ospedaliera che sorge nel cuore della nostra città e che da tempo è ormai punto di riferimento del centro storico della capitale. Trovo vergognoso che, a meno di 40 giorni dalla chiusura definitiva di un centro sanitario che esiste dal 1300, il presidente Marrazzo non abbia ancora trovato il tempo per ascoltare le istanze dei lavoratori. Proprio di fronte alle richieste e agli appelli degli operatori sanitari, assieme a tutti i cittadini, ai residenti del centro storico e dell’intera città di Roma chiediamo a una sola voce al presidente della Regione un immediato e tempestivo ripensamento sulla chiusura dell’unico polo sanitario di questa zona».
Chiede chiarezza anche Fabio Desideri (Federazione dei Cristiano popolari), vicepresidente della commissione Urbanistica del Consiglio regionale del Lazio: «In una regione amministrata seriamente, i cittadini non sarebbero costretti a ricorrere a forme estreme di protesta, come l’occupazione, pur di ottenere dialogo e trasparenza, l’abc di un governo democratico.

Il commissario Marrazzo e l’ispettore Montino, dall’alto del loro palazzo, si ostinano a non chiarire quale sarà il destino del San Giacomo. Un nosocomio di 700 anni che, per valore storico-artistico e per localizzazione urbanistica, non ha prezzo».

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