No dei sindacati ai 2.500 tagli e alla chiusura di due impianti

No al piano che prevede la chiusura dei cantieri di Castellammare di Stabia (Napoli) e Riva Trigoso (Genova) e il taglio conseguente di quasi 2.500 dipendenti. La bozza del piano industriale 2010-2014 di Fincantieri mette in agitazione i sindacati. Un piano «inaccettabile», dicono all’unisono Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm e Ugl metalmeccanici, che tornano a sollecitare la convocazione di un tavolo a Palazzo Chigi, dopo oltre un anno dall’apertura della vertenza sulla cantieristica navale determinata dalla crisi del settore. Secondo il documento, al momento una «bozza per discussione» che porta la data del luglio scorso, il cantiere di Castellamare sarebbe chiuso e riconvertito in una marina turistica; stessa sorte per quello militare di Riva Trigoso, che vedrebbe le sue produzioni meccaniche trasferite a Sestri Ponente, a sua volta dimezzato. Quanto agli organici, nei cantieri italiani sarebbero ridotti - sempre secondo quanto riportato - di 2.450 unità (di cui 1.770 nella divisione mercantile e nelle riparazioni navali, 550 nel militare, nei megayacht e nei sistemi e componenti; 120 nella corporate); 900, al contrario, sarebbero le assunzioni negli Usa, con la controllata Fincantieri Marine Group.


I sindacati ricordano di aver già unitariamente convocato per il 21 settembre a Roma un’assemblea dei delegati di tutti i cantieri e proclamato uno sciopero di 8 ore per il primo ottobre, con un’altra manifestazione nazionale sempre a Roma.

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