No a modifiche, la Costituzione verrà integrata: inizia l’era della «responsabilità personale»

Per aprire un’impresa non saranno più necessari i pesanti faldoni di carte bollate e autorizzazioni preventive, sostituiti da un nuovo principio: la «responsabilità personale». È quanto si legge nel primo dei 4 commi che compongono il ddl costituzionale sulla libertà di impresa oggi sul tavolo del Consiglio dei ministri. La bozza, anticipata nella tarda serata di ieri dall’agenzia Ansa, non abrogherà nemmeno in parte gli articoli 41 e 118 della Costituzione (come era stato annunciato nelle scorse settimane), ma aggiungerà agli stessi nuove misure per semplificazione l’iter per avviare un’attività imprenditoriale.
L’articolo 41 della Carta, quello che sancisce la libertà (e i limiti) dell’iniziativa economica, sarà così integrato: «La Repubblica promuove il valore della responsabilità personale in materia di attività economica non finanziaria. Gli interventi regolatori dello Stato, delle Regioni e degli Enti locali che riguardano le attività economiche e sociali si informano al controllo ex post». Il modello è quello dell’«impresa in un giorno», possibile attraverso il taglio radicale della burocrazia e il posticipo dei controlli a una fase successiva rispetto all’avvio dell’attività economica.
All’articolo 118, che introduce il principio di sussidiarietà tra i diversi livelli di governo, sarà invece aggiunto questo passaggio: «Stato, Regioni ed Enti locali riconoscono l’istituto della segnalazione di inizio attività e quello della auto certificazione, lo estendono necessariamente a tutte le ipotesi in cui è ragionevolmente applicabile, con esclusione degli ambiti normativi ove le leggi prevedono fattispecie di delitto o che derivano direttamente dalla attuazione delle normative comunitarie o internazionali».
Due modifiche costituzionali per un grande obiettivo, annunciato nelle scorse settimane dal premier e da Tremonti e messo nero su bianco nella relazione di 11 pagine che accompagna il disegno di legge: superare le «troppe regole» che frenano lo sviluppo economico. Perché nell’era della competizione globale «non ci si può illudere che tutto possa continuare come prima»: «Dobbiamo o possiamo, per risalire – continua il documento - scaricare una parte della zavorra».


E se i tempi per realizzare la riforma fossero troppo lunghi, trattandosi di modifiche alla Costituzione? «All’obiezione - si legge ancora sulla relazione - si può rispondere ricordando che la legge costituzionale istitutiva della Bicamerale D’Alema - è stata approvata in 4 mesi, agosto compreso». Come dire: la questione è tanto importante che potrebbe saltare anche la pausa estiva del Parlamento.

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