No del Riesame alla scarcerazione: Lusi resta in galera

Il Riesame conferma la custodia cautelare per l'ex tesoriere della Margherita

Il senatore Luigi Lusi resterà in carcere perché nel corso dell’istruttoria è apparso "ambiguo, reticente e volutamente confuso". Ancora un "no" alla scarcerazione dell'ex Tesoriere della Margherita finito in carcere con l’accusa di aver "saccheggiato" le casse della Margherita. La decisione è arrivata dal Tribunale del Riesame, presieduto da Renato Laviola, chiamato alla fine dello scorso luglio, su rinvio della Cassazione, a ridiscutere per rilievi procedurali l’ordinanza con la quale lo stesso tribunale del Riesame con diversa composizione aveva negato la scarcerazione.

La procura aveva dato parere favorevole alla scarcerazione. Il procuratore aggiunto Alberto Caperna e il pm Stefano Pesci, nell’udienza a porte chiuse di venerdì scorso, avevano espresso parere favorevole alla concessione degli arresti domiciliari per Lusi. E in caso di via libera del riesame, l’ex tesoriere della Margherita sarebbe andato in un convento abruzzese. Invece, con questo provvedimento, il senatore, accusato di associazione per delinquere finalizzata all’appropriazione indebita, continuerà a rimanere nel carcere di Rebibbia dopo il suo arresto del 20 giugno scorso. Per quanto riguarda l’attuale posizione processuale dell’ex tesoriere della Margherita, all’inizio di agosto il gip Simonetta D’Alessandro aveva già confermato lo stato di detenzione a Rebibbia subordinando un eventuale provvedimento meno afflittivo alla restituzione da parte di Lusi dei danari della Margherita trasferiti in Canada. Anche in questo caso la procura aveva dato parere favorevole alla scarcerazione o quanto meno agli arresti domiciliari purchè le somme in questione fossero restituite.

Al collegio giudicante bastano poche pagine per spiegare come a caricodel senatore sussista ancora forte il pericolo di inquinamento probatorio, tanto che non possono essere prese in considerazione richieste difensive di scarcerazione o di concessione degli arresti domiciliari. Per i magistrati, il senatore Lusi "non ha mai mostrato alcuna resipiscenza", evitando di fornire qualunque tipo di collaborazione agli inquirenti.

Insomma, alla luce di questo quadro indiziario, a parere del tribunale, "non c’è allo stato un luogo alternativo al carcere".

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