«No alla società che appiattisce» La sfida di Cl per il meeting 2008

«O protagonisti o nessuno» è il tema scelto per la kermesse di Comunione e Liberazione a Rimini. A confronto le storie di chi si è ribellato agli stereotipi

da Roma

Una società multiculturale dove il rischio più alto è quello dell’omologazione. Il ricordo tragico del ’68 di Praga e quello affettuoso per Peppone e Don Camillo di Giovannino Guareschi. Sussidiarietà nella gestione della cosa pubblica e ricerca dell’infinito. Come ogni anno nel grande laboratorio del Meeting di Comunione e liberazione entrano le idee e le proposte più disparate, legate però da un filo rosso, che tiene insieme questa lunga cavalcata di sette giorni. O protagonisti o nessuno è la provocazione lanciata per la XXXIX edizione della kermesse per l’amicizia fra i popoli che si terrà come di consueto dal 24 al 30 agosto a Rimini. A presentare il programma anche il ministro per i Beni culturali, Sandro Bondi ed Enrico Letta del Partito democratico.
«Oggi per la mentalità comune il protagonista è soltanto chi ha successo sugli altri ma sempre seguendo le direttive della moda dominante in un processo di omologazione e passività - denuncia la presidente del Meeting, Emilia Guarnieri - ma se le persone non si assumono le responsabilità che la propria condizione pone allora sono nessuno».
Essere protagonista, diceva don Luigi Giussani, significa «avere il proprio volto che è, in tutta la storia e l’eternità, unico e irripetibile». Questi protagonisti, persone che hanno rifiutato l’omologazione e che hanno la loro storia unica ed irripetibile, verranno a raccontarla al Meeting per confrontarsi tutti insieme con il mondo dell’economia, del lavoro e dell’informazione.
Ecco dal Brasile Cleuza Ramos, che ha fondato un movimento di senza terra che oggi raccoglie più di cinquantamila persone, come racconterà Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la sussidiarietà. Dal Burundi Marguerite Barankitse che ha messo in piedi in questi anni più di 400 case famiglia per orfani hutu e tutsi. Ecco Vicky e Rose dall’Uganda entrambe in prima fila per combattere la piaga dell’Aids. Poi la storia di Magdi Cristiano Allam, l’incontro con il cristianesimo e il dialogo possibile col mondo islamico.
Si racconterà il popolo della Chiesa con il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale. Si ricorderà il ’68 di Praga in una mostra curata da Sandro Chierici che ne parlerà con il vicedirettore del Giornale, Michele Brambilla e il senatore della Repubblica ceca, Petr Pithart. Si parlerà di lavoro col ministro del Welfare Maurizio Sacconi e Raffaele Bonanni segretario generale della Cisl. E ancora si affronterà il tema del protagonismo nell’informazione con i direttori Mario Giordano, Il Giornale, Gianni Riotta, Tg1, Antonio Polito, Il Riformista. Grande attenzione sarà dedicata all’educazione, come sottolinea il presidente della Compagnia delle opere Bernhard Schloz, che annuncia la presenza del ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini e della sua omologa nel governo ombra del Pd, Maria Pia Garavaglia. «L’educazione - dice Schloz - resta la questione centrale».
Dal Meeting nessuna polemica poi per un presunto scarso peso dei cattolici nella maggioranza. «Non abbiamo contato i cattolici al governo né intendiamo farlo - dice la Guarnieri -. A noi interessa soltanto che chi gestisce la cosa pubblica abbia a cuore il bene degli uomini».

Nessuno scandalo se il premier Silvio Berlusconi non è stato chiamato. «Non è regola del Meeting ospitare ogni anno il premier - conclude la Guarnieri -. Oltretutto quando abbiamo fatto gli inviti il paese non aveva ancora un governo».

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