No Tav, i giudici ora convocano gli agenti assolti

da Milano

Sono già un centinaio i poliziotti che hanno ricevuto una notifica dalla Corte di Conti del Piemonte. La motivazione? «Danni alla finanza pubblica per comportamento lesivo dell’immagine del Corpo dello Stato in occasione di intervento in Val di Susa nella notte tra il 5 e il 6 dicembre 2005». Nel giro di 24 ore sono già arrivate manifestazioni di solidarietà e di apprezzamento alle forze dell’ordine dal magistrato Gian Carlo Caselli, procuratore generale del Piemonte, e da Fabrizio Cicchitto, vicecoordinatore di Forza Italia. Il procuratore regionale fa riferimento nella notifica agli agenti che operarono in Val di Susa durante l’occupazione dei cantieri dell’Alta Velocità da parte dei no Tav, coadiuvati da autonomi dei centri sociali e anarchici. I poliziotti «incriminati» dovranno presentarsi dal magistrato a Torino, nella veste di «persone informate dei fatti».
Sullo sgombero è anche in corso un’inchiesta penale, in cui i pubblici ministeri hanno chiesto di archiviare il fascicolo, ma un giudice ha ordinato nuovi accertamenti. Caselli, riferendosi all’iniziativa dei magistrati contabili, esprime «un doveroso e istituzionale rispetto per il lavoro e l’autonomia di qualunque giurisdizione», ma ricorda che «ogni giorno, spesso superando ostacoli non indifferenti, tutte le forze dell’ordine svolgono una preziosa e meritoria opera di tutela della sicurezza dei cittadini, in ordine alla quale, come procuratore generale, non posso che esprimere apprezzamento».

L’azzurro Cicchitto definisce «incredibile» la mossa della Corte dei Conti. «Dopo l’abbandono ormai certo della Tav - aggiunge - vogliamo capire dal ministro degli interni, Giuliano Amato, se questo Paese deve rinunciare anche alle forze dell’ordine».

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