No Tav, no Suv

Di questo passo, Alfonso Pecoraro Scanio proibirà anche le scarpe con la para. Nel mirino ora ci sono i Suv, gli ex fuoristrada che frattanto sono divenuti berlinone lussuose che però invadono le città. In Francia opera un gruppo eco-terrorista che danneggia i Suv parcheggiati, in California c’è un gruppo evangelico che ha coniato lo slogan «Ma Gesù guiderebbe un Suv?», in Europa c’è il presidente della Confederazione elvetica che vuole proibirli in toto. Dice: inquinano troppo. Non è vero, perché rispettano le normative e consumano come una berlina. Dice: occupano troppo spazio. È in parte vero, ma il più delle volte è ancora lo spazio di una normale berlina, altezza a parte. Pericolosità? I crash-test hanno smentito anche questo, ma in ogni caso per strada trovi sempre qualcuno che ce l'ha più grosso di te. Ciò posto, le vere accuse finiscono qui, e la soluzione prospettata da Pecoraro Scanio è un classico neogovernativo: una tassa. Tanto non servirà, perché il problema come al solito non sono i Suv ma chi li guida.

Quelli che ti arrivano con l’Hammer con parabufalo a San Babila, quelle che mettono le quattro frecce fuori dalle scuole e innescano la trazione integrale per raggiungere il discount. Il sindaco di Londra, Ken Livingstone, ha detto: «Quando vedo qualcuno con un Suv nelle vie di Londra, sono obbligato a pensare che sia un vero idiota». Ma questo non si può tassare.

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