«Con noi contro Prodi anche chi lo ha votato»

Marcello Viaggio

Sabato 2 dicembre, Roma si appresta a vivere un grande giorno di protesta popolare contro la Finanziaria di Prodi e contro il governo delle tasse. La CdL punta a portare a piazza San Giovanni oltre mezzo milione di persone da tutta Italia. C’è chi dice perfino un milione. Tre i cortei che confluiranno a San Giovanni. Al primo, partenza da largo Colli Albani, coordinato da Antonio Tajani (Fi) parteciperanno le delegazioni del sud. Il secondo, dal Circo Massimo, coordinato da Marco Martinelli, deputato di An, sarà formato dalle rappresentanze del nord. Al terzo, al via da piazza della Repubblica, daranno corpo i romani ed il Lazio, e sarà coordinato da Gianni Alemanno, commissario romano di An.
L’ex ministro delle politiche agricole ha presentato alla Camera numerosi emendamenti alla manovra del governo, tutti bocciati dalla maggioranza di centrosinistra. Ora è impegnato in prima persona nella riuscita della manifestazione.
Alemanno, il centrodestra porta la sfida a Prodi nella più grande piazza di Roma, San Giovanni, ai tempi di Berlinguer feudo esclusivo delle sinistre. Sarà la CdL a muovere le masse d’ora in poi?
«C’è stato il precedente del ‘96, con il più grande corteo del centrodestra dal dopoguerra. San Giovanni, nel momento in cui la CdL sceglie di non limitare l’opposizione al Parlamento, non può non essere il nostro teatro ideale d’incontro».
Avete un’idea di quanta gente porterà An da Roma e dal Lazio?
«Per natura sono sempre prudente, ma dal clima che si respira saranno tanti. E poi scatta un meccanismo di partecipazione spontanea. Chi verrà per conto suo sarà del tutto indistinguibile da chi fa parte delle comitive organizzate da Fi o An».
La Finanziaria di Prodi penalizza soprattutto i ceti medi, che a Roma, fra impiegati dei ministeri, aziende di Stato, insegnanti, forze dell’ordine, sono la maggior parte della forza lavoro....
«Sono i più penalizzati, ma Prodi colpisce anche i ceti popolari, quelli produttivi, tutti. La manifestazione vedrà le signore bene accanto all’operaio, lo statale accanto al piccolo imprenditore. Ci sarà anche gente che ha votato l’Unione. Ormai da qualche mese non si trova più nessuno che ha il coraggio di dire: ho votato Prodi o Veltroni. Hanno scontentato tutti».
Lei ieri ha presentato a Roma la Fondazione Nuova Italia, la cui missione sembra l’esatto contrario dell’ideologia alla base della Finanziaria Prodi.
«Non c’è dubbio. Da una parte troviamo il vecchio meccanismo dirigista che toglie risorse con le tasse e le fa redistribuire dalla mano della politica. Dall’altra ci siamo noi. Che crediamo nel meccanismo della sussidiarietà (alla presentazione c’era anche la Compagnia delle Opere, ndr). E che crediamo nelle identità nazionali, in contrapposizione ai vecchi sogni mondialisti e internazionalisti delle sinistre».
Grandi manifestazioni come questa del 2 dicembre significano una bocciatura anche per il cesarismo di Veltroni sindaco di Roma?
«Veltroni sta facendo di tutto per non farsi trascinare nel gorgo dell’impopolarità di Prodi. Ma basta vedere la scarsa reattività che ha mostrato contro i tagli della Finanziaria agli enti locali per capire quanto in realtà non si possa sottrarre alle responsabilità.

Non dimentichiamo l’ambiguità che ha mostrato sulla tassa di soggiorno per i turisti. Molti comuni italiani si sono battuti contro questa tassa. Veltroni no, lui l’ha messa subito in entrata nel bilancio del Comune di Roma».

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