«Noi faremo una festa non la caccia al nemico»

«Non è una manifestazione contro il nemico, non rientra nella cultura politica del Popolo della libertà» assicura Maurizio Lupi, responsabile organizzativo del Pdl. «Sarà una grande festa, in cui presenteremo le proposte di governo dei nostri candidati, purtroppo passate in secondo piano a causa di un’agenda dettata non dalla politica ma dalla magistratura».
Mettiamo l’asticella. Quante persone vi aspettate?
«Noi ci stiamo occupando dell’organizzazione dei nostri militanti: tremila pullman a disposizione, tre treni speciali, un traghetto dalla Sardegna, aerei. Ma come sempre a determinare il successo sarà la gente che verrà spontaneamente e con i propri mezzi. Mezzo milione di persone mi sembra una cifra raggiungibile».
Parteciperanno anche i leghisti?
«La Lega manderà una sua delegazione e naturalmente ci saranno i due candidati governatori Zaia e Cota, nostri carissimi amici, ma non ci saranno i militanti della Lega perché questa è una manifestazione del Pdl».
La Polverini guiderà uno dei due cortei. Una protesta per l’esclusione del Pdl?
«Il corteo dei militanti di Roma e del Lazio sarà guidato dalla candidata Polverini insieme agli esponenti del governo. È un fatto significativo. Non siamo il partito delle polemiche, ma si è detto che siamo un partito di dilettanti e per qualche giorno abbiamo anche pensato che ci fosse un nostro errore nella presentazione delle liste. Poi però ci siamo accorti che c’era un disegno molto chiaro per escluderci nelle principali città d’Italia».
Crede che ci sia stato un complotto?
«Il golpe declamato dall’onorevole Di Pietro sta nel fatto che i cittadini non possono votare scegliendo il principale partito di maggioranza del Paese. Ma la gente può votare la scritta sulla scheda Polverini presidente».
Non temete che la gente sia stanca di manifestazioni in piazza?
«Non siamo la sinistra che ogni minuto va in piazza, con il popolo viola, azzurro e giallo. Pur avendo profondo rispetto per loro, perché partecipare a manifestazioni è segno di vitalità, ricordo che l’ultima manifestazione del Pdl è stata nel 2006 e la precedente nel 1998, se non sbaglio. Noi facciamo poche manifestazioni, quando riteniamo che sia necessario e utile chiedere un segno di forza, vitalità, freschezza».
Qualche problema organizzativo a mettere insieme le due anime del Pdl?
«Le discussioni appartengono a uno stretto numero di quadri e vengono superate se guardiamo alla nostra gente e impariamo da loro. Smettiamo di pensare che tutto si giochi nelle stanze dei partiti, perché non è così. La nostra gente ci vuole uniti e abbiamo costruito uno statuto con regole certe proprio per risolvere eventuali difficoltà».


È impresa facile portare a Roma i candidati impegnati nella campagna sul territorio?
«È un miracolo quel che sta accadendo in questi giorni, merito dei nostri dirigenti nazionali e locali. Vedremo il risultato, credo che stupirà tutti ancora una volta».

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