Politica

«Da noi non c’è rischio di zapaterismo I figli fanno riscoprire i valori cristiani»

«Giro il nostro Paese in continuazione e posso assicurare che il matrimonio è un sacramento ancora molto sentito»

Marta Ottaviani

Un gesto carico di significato. Così il Cardinale Ersilio Tonini definisce la visita pastorale di Benedetto XVI in Spagna.
Eminenza, il Santo Padre a Valencia è tornato sulla questione del matrimonio e della centralità della famiglia.

«Con la sua visita Benedetto XVI ha dimostrato un coraggio sereno. Non è andato a Valencia solo come capo della Chiesa Cattolica, ma anche come rappresentante di tutta la comunità cristiana, in una terra dove i contrasti sono tanti. Ha voluto far percepire la sua vicinanza al popolo spagnolo».

Fra la concessione del matrimonio fra omosessuali e il riconoscimento delle coppie di fatto il premier Zapatero è stato più volte accusato di aver spaccato il Paese

«Ma guardi questa è l’opinione corrente. In realtà credo che Zapatero non abbia inventato nulla di nuovo. In passato in Spagna ci sono stati altri governi socialisti che hanno cercato per decenni di attenuare il rigore cattolico proprio del popolo spagnolo. Quando Zapatero è salito al potere la situazione era già compromessa».

Come vede la Spagna oggi, a un anno dall’approvazione della legge che la Chiesa ha contestato tanto?

«C’è una parte di Spagna che sta attraversando un momento di crisi. Gli è stata fatta conoscere prima la libertà sessuale e poi una diversa concezione di coppia. Ma si riprenderà e questa ripresa partirà proprio dalla riscoperta della sua identità cattolica».

E l’Italia? Secondo lei c’è un rischio di deriva zapaterista?

«Assolutamente no. La situazione italiana è completamente diversa. Giro il nostro Paese in continuazione e posso affermare che mediamente il senso del matrimonio e della famiglia non solo non è diminuito, ma si è anche rafforzato dopo la crisi seguita al periodo della contestazione del 1968».

Le convivenze prima del matrimonio però sono in costante aumento, segno che, forse, qualcosa sta succedendo anche qui...

«È vero, ma poi, quando viene il momento di fare un figlio, ci si sposa. La convivenza prematrimoniale rappresenta un momento di attenuazione dei valori cristiani. Ma in Italia la nascita di un figlio riesce ancora a riportare le coppie verso i valori della vita cristiana. L’arrivo di un bambino è l’evento più straordinario della vita umana».

Da dove deve iniziare secondo lei la Chiesa per mantenere intatti i valori cristiani?

«Dall’educazione, soprattutto nell’età evolutiva, dai 13 ai 15 anni.

Bisogna aiutare gli adolescenti a capire quale importanza fondamentale ricopra la famiglia nella vita dell’uomo e quanto sia importate per la comunità formarne di nuove».

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