«Noi schietti e ruspanti, loro ridotti a copiarci»

Qui nessuno ti raccomanda: la tessera devi guadagnartela

«Noi schietti e ruspanti, loro ridotti a copiarci»

Gianfranco Salmoiraghi, ci dica il segreto.
«Essì, così poi il Pd ci copia e si risolleva».
Non vi sarete montati la testa voi leghisti?
«Siamo schietti e ruspanti, come alle origini. Loro invece hanno perso la freschezza».
Siete i veri eredi del Pci.
«Loro erano una forza nazionale, noi non ancora».
Non ancora.
«Ma abbiamo una forza in più, che è la distinzione fra sostenitori e militanti. Qui le raccomandazioni non valgono».
La tessera bisogna guadagnarsela.
«Mica te lo dice il dottore di iscriverti alla Lega».
Ci sono onori e oneri.
«Devi dimostrare che organizzi i gazebo, attacchi i manifesti, la partecipazione non dev’essere di facciata. Il filtro lo fanno le sezioni, sono loro, a livello locale, che rilasciano la tessera».
Ogni sezione organizza le sue feste.
«E se le paga. C’era stata la proposta di farle pagare al Federale, ma i militanti hanno capito che si sarebbe perso il senso dell’iniziativa».
I militanti si fanno il mazzo alle feste.
«In cucina ci stanno pure i parlamentari. Non come il Pd, che appalta tutto a ditte specializzate».
Dice?
«I militanti non li hanno più, son rimasti giusto in Emilia».
Si arrabbieranno.
«Meglio che vadano avanti a sbagliare, comunque. Hanno perso il contatto con la base».
E voi avete bussato alla porta degli operai.
«Abbiamo 35mila militanti, 110mila sostenitori. E 1.200 sezioni, che sono il punto di riferimento per qualsiasi problema si crei sul territorio. Cipputi ormai è leghista».
Come avete fatto?
«Il messaggio è questo: essere leghista non significa essere di destra o di sinistra. Votare Lega non impegna».
Se lo dice lei.
«Se il messaggio passasse sul serio in Lombardia saremmo al 60 per cento».
All’inizio, negli anni Novanta, eravate voi a copiare le feste dell’Unità.
«Vero. Ma adesso sono gli altri che copiano i nostri mitici gazebo bianchi».
Li inventò Bossi.
«L’Umberto è un fenomeno. Ne comprammo 25mila tutti in un colpo, i produttori andarono in vacanza alle Seychelles. E li distribuimmo su tutto il territorio. Sono il nostro tratto distintivo».
Le feste sono una buona forma di autofinanziamento?
«All’inizio si guadagnava meglio, perché vendevamo molti più gadget. Ricordo una festa a Legnano in cui facemmo 70 milioni di lire solo con le Leghe, le monete: eravamo sempre a Brescia a comprarle. Ora una festa costa 10-12mila euro e ne guadagni 14 o 15».
Però all’inizio veniva meno gente.


«Soprattutto nelle zone rosse, la gente aveva delle remore a farsi vedere da noi. Poi si è diluito l’astio nei nostri confronti, e hanno capito che non mangiamo i bambini».
Quelli non li mangiavano i comunisti?
«Ha ragione, mi sono confuso».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica