Nino Materi
Lausiliario del traffico in zona Loreto, a Milano, è in «gran forma». In servizio da unora, ha già fatto dieci contravvenzioni: una ogni sei minuti. Una bella media, anche se non proprio da record.
Ci avviciniamo, mostrando unintervista che parla di lui; il titolo è tutto un programma: «Le confessioni di un ausiliario della sosta: cinsultano. E hanno ragione».
Luomo dalla pettorina verde e dal borsello bianco distoglie per un attimo lo sguardo dal libretto delle multe. Ora i suoi occhi si soffermano sulla «confessione» di un suo collega (anonimo) pubblicata da Job, nuovo mensile free press dedicato al mondo del lavoro. «Diario segreto» raccontato in prima persona da uno dei 200 «vigili urbani di serie B» che ogni giorno «elevano» 1500 contravvenzioni che, nellarco di un anno, raggiungono quota 650mila.
Lausiliario di piazzale Loreto è reticente, ma non può negare levidenza: «Sì è vero, siamo odiati. Ma chi ci butta la croce addosso non ha certo ragione...».
A pensarla diversamente è invece la «gola profonda» che su Job non si fa scrupolo di svelare preoccupanti retroscena: «Tra noi ci sono i pasdaran che attraverso la multa sfogano le loro frustrazioni. E questi di contravvenzioni al giorno ne fanno anche 50-60, perfino 70». E poi: «Molti sono inadatti a gestire situazioni difficili e non sono in grado di comprendere quando è il caso di sanzionare o quando è il caso di lasciar correre».
Una severa autocritica che non fa sconti neppure quando le proteste del multato si trasformano in reazioni violente: «In genere tutti gli episodi di violenza sono accaduti perché i colleghi non erano capaci di gestire la situazione, rispondendo agli insulti con la stessa moneta».
Ma prima di essere spediti in strada, fate almeno un corso di formazione? «Studiamo il Codice della strada, ma quanto a nozioni di comportamento e psicologia, zero assoluto», spiega al Giornale un altro ausiliario al quale facciamo leggere louting a mezzo stampa del suo anonimo collega.
«Qui cè scritto che molti di noi passano la giornata al bar e che, come titolo di studio, abbiamo la licenza elementare. Chi sostiene queste cose o è disinformato o è in malafede. Io, ad esempio, sono diplomato in ragioneria e anche la maggior parte dei miei colleghi è in possesso del cosiddetto pezzo di carta. Inoltre per noi è impossibile state al bar invece che in strada, visto che con la nostra divisa non passeremmo certo inosservati».
Soltanto conferme, invece, riguardo ad altri aspetti posti in luce dal «pentito» con la pettorina color pisello: «Guadagniamo 970 euro al mese lavorando per 39 ore settimanali. Poi ci sono i premi di produzione che però non sono legati al numero di multe che facciamo, ma ai risultati del gruppo Atm (lAzienda tranviaria milanese dalla quale dipendono attualmente gli ausiliari ndr)».
«Dal 2003 siamo diventati dipendenti Atm - dice un altro ausiliario - e il Comune versa allAtm 29mila euro lanno per ognuno di noi.
Le ultime parole famose prima di lasciare sotto il tergicristallo lennesimo «ricordino» di carta.
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