Cronaca locale

«Noi studenti costretti a pagare l’affitto in nero»

Maria Sorbi

È un percorso faticoso quello degli studenti universitari che cercano casa. Un pellegrinaggio che comincia dalle prime ore del mattino davanti alle bacheche degli atenei e che prosegue fra telefonate e appuntamenti per vedere gli appartamenti. In cerca del canone d’affitto su misura e del coinquilino perfetto. Se ci si adatta a non abitare proprio sopra la fermata della metropolitana e si è disposti a dividere la stanza con qualche altro studente, allora si riescono a spendere anche 300 euro al mese, riscaldamento compreso, contro gli oltre 1.500 euro per un bilocale arredato. Un bel risparmio, soprattutto se si calcola che almeno tre mensilità più la caparra vanno anticipate sull’unghia: si parla quindi di un anticipo di 1.200 euro contro gli oltre 6.000.
«Seimila euro? I miei mi fulminano se chiedo una cifra così alta - commenta Katia, matricola di Giurisprudenza arrivata da Pescara, intenta a scrutare gli annunci in Statale -. Mi arrangio da sola. Anzi, non mi dispiace l’idea di dividere la casa con qualche ragazza della mia età visto che a Milano non conosco nessuno». Agli studenti non interessa avere contratti in regola e molti optano per l’affitto in nero, magari regolato da una semplice “scrittura privata” tra coinquilini in cui si mettono nero su bianco alcune regole: dal pagamento della tassa rifiuti al versamento della caparra.
Il rischio dell’andar per bacheche è incappare in qualche fregatura. Che, tradotto in termini di tempo, significa un paio di ore di ricerca buttate via. Per esperienza personale, Enrico, studente di Economia alla Cattolica, insegna che se un annuncio parla di «stanza intima ma confortevole», molte volte si intende «sgabuzzino senza finestre ma abbellito da qualche poster». E se si legge «appartamento semiarredato» spesso ci si trova davanti a una stanza con solo un letto e una sedia.
Gli studenti hanno sviluppato una specie di sesto senso nell’interpretare gli annunci: più dettagli ci sono, più c’è da fidarsi. «Leggo prima i foglietti scritti con una bella calligrafia - ammette Alessia, appena iscritta a lettere -. Se la zona dell’appartamento mi interessa e il prezzo non supera i 500 euro, allora guardo anche altre caratteristiche: se c’è l’ascensore, se in casa c’è la lavastoviglie, se c’è il collegamento a Fastweb».
In media, le matricole guardano almeno quattro o cinque case e impiegano meno di una settimana prima di dare il via alla convivenza. Per evitare di girare tra università, molti fanno affidamento su Internet. Il sito www.affittistudenti.it è una sorta di bacheca online che raccoglie domande e offerte da studente a studente. Sono circa una trentina al giorno gli annunci pubblicati dall’inizio di settembre: in tutto 284 pagine a video in cui cercare casa. C’è chi affitta per periodi brevi, chi offre posti letto e chi cerca coinquilini per dividere appartamenti con più stanze.

In media, per una stanza singola si chiedono 500 euro e per un posto letto 300 euro, con piccole variazioni di 50 euro in base alla vicinanza o no a un supermercato e alla presenza di accessori vari: forno micro onde, lavatrice, dvd e adsl in testa.

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