da Roma
Paolo Zegna, vicepresidente di Confindustria per gli affari internazionali, da quale prospettiva osservate la crisi?
«È un colpo durissimo che frena il rilancio delle industrie sui mercati internazionali. È una crisi profonda di cui non si può prevedere la durata. Crea incertezza sui mercati e determinerà una riduzione dei consumi».
Come reagirà il nostro export, pilastro delleconomia?
«Abbiamo già dimostrato di saperci riposizionare verso lalto di gamma e le imprese si sono internazionalizzate. Abbiamo già reagito alleuro forte e allaumento dei prezzi delle materie prima. Abbiamo capito qual è la direzione da seguire».
Che cosa vi aspettate dalla politica adesso?
«Speriamo che ci siano provvedimenti che permettano una soluzione. E che si consideri limportanza dellindustria che crea ricchezza. Auspichiamo che non si chiuda il rubinetto della liquidità alle aziende che quando si internazionalizzano effettuano investimenti e che si confrontano con una clientela in difficoltà».
Il governo nel decreto dovrebbe garantire anche i finanziamenti alle piccole imprese in caso di difficoltà del sistema.
«È la priorità numero uno. Gli Stati Uniti, prendendo questi provvedimenti, hanno posto un argine. Ora bisogna trovare la formula giusta anche in Europa per dare un segnale di rassicurazione ai mercati».
LEuropa però una politica comune non ce lha.
«La speranza è che si trovi uno spirito comune e che si prendano provvedimenti che non tengono conto dellinteresse dei singoli Stati, ma di tutta lUnione. Speriamo che ci sia qualche miglioramento».
La crisi avrà ripercussioni sul rapporto banche-imprese?
«Auspico che ci siano comportamenti meno indirizzati ai guadagni facili e più orientati a uneconomia basata sulla produzione e sullinnovazione».
Gli imprenditori sono pronti?
«Dobbiamo tenere duro e credere in un mondo migliore quando ci sarà la ripresa, bisogna tenere la rotta».
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