Nomadi, in 40 rifiutano i loro dati

Ai volontari della Croce rossa intervenuti a censirli hanno risposto che già erano stati identificati, che già usufruiscono della tessera sanitaria e che non c’era bisogno di un ennesimo censimento: così i 40 rom occupanti dello stabile di via delle Cave di Pietralata, in zona Quintiliani, hanno risposto ieri agli operatori della Croce Rossa giunti nel vecchio capannone del quartiere ad est della Capitale all’interno del quale vive il gruppo di rom rumeni, da 8 anni in Italia. «Controlli ne subiamo spesso da parte delle forze dell’ordine - ha detto Claudio Graziano, responsabile Immigrazione dell’Arci che sostiene l’occupazione dei rom - siamo stati controllati anche noi varie volte. E poi, questo non è il classico insediamento rom, noi qui abbiamo un progetto di autorecupero dello stabile per ricavarne abitazioni. Abbiamo già raccolto 1500 firme per il quartiere. Nel capannone occupato non ci sono soltanto rom ma anche italiani. Il nostro è un progetto comune con un’area di verde pubblico per il quartiere come previsto dal sistema Sdo e mai realizzato». I volontari della Cri, come ha raccontato Graziano, hanno fatto marcia indietro con l’impegno di ripassare a settembre.

«Ma noi ci chiediamo perché siano venuti da noi - ha concluso il rappresentante dell’Arci - noi non siamo un campo rom come ce ne sono nella Capitale. Da noi i rom sono responsabilizzati e i bambini vanno a scuola accompagnati direttamente dai genitori»

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