Nomadi sempre più fissi: «Da qua non ci muoviamo»

Nomadi sempre più fissi: «Da qua non ci muoviamo»

Non ci stanno. Contestati e rimbalzati da una zona all'altra della città, i nomadi di piazzale Kennedy non reggono più la situazione in cui sono finiti e hanno deciso di far sentire la propria voce. Giunta a Genova da Pordenone con cinque mezzi per far curare al Gaslini il figlio di dieci anni, malato di neuroblastoma, la numerosa famiglia Braidich, quindici persone tra nonni, genitori, zii, fratelli e cugini, si sente assediata dalle polemiche e dai provvedimenti di sgombero (l'ultimo ieri mattina che ha ridotto l'accampamento a due roulotte),costanti nonostante - sostengono - loro si muovano sempre seguendo le indicazioni del Comune. E per trovare una soluzione vorrebbero incontrare l'assessore Scidone o il sindaco Vincenzi. «Noi siamo cittadini come tutti gli altri, paghiamo le tasse, non abbiamo problemi con la giustizia e non chiediamo l'elemosina - si sfoga Gigi, padre del bambino che sta facendo la chemioterapia e che dovrà essere operato per la seconda volta a giugno - qui ci sono solo i parenti stretti di mio figlio, non possiamo separarci, siamo a Genova provvisoriamente e abbiamo chiesto più volte uno spazio per sistemarci con i nostri cinque mezzi pagando la sosta o l'occupazione del suolo pubblico. Ma nessuno ce lo hai mai permesso». I nomadi raccontano di essere stati, negli ultimi due anni, rifiutati da vari campeggi, di essere stati pochi giorni fa autorizzati a fermarsi vicino allo stadio di Marassi e di essere poi stati spostati da lì alla Fiera in via provvisoria causa partita; lamentano però di non aver mai ricevuto alcun documento scritto con precise indicazioni su dove collocarsi e di essere stati lasciati così in balia di decisioni volatili. Smentiscono inoltre qualsiasi appunto sul valore delle loro automobili: «Non abbiamo nessuna Mercedes Serie C e nessuna SLK - sottolinea un altro membro della famiglia - le macchine che abbiamo sono state acquistate usate e possiamo esibire regolare fattura».
Controbatte il presidente del Municipio Medio Levante Pasquale Ottonello: «Anche se hanno un concetto di famiglia allargata, questi nomadi, data la situazione, dovrebbero accettare di adattarsi e invece hanno rifiutato le soluzioni abitative che gli sono state offerte». E continua: «Certo è che il fatto che solo ieri l'accampamento sia stato ridimensionato denota una scarsa capacità di gestione da parte del Comune: non è che i problemi si risolvono spostandoli da una parte all'altra». Situazioni delicate come questa mettono insomma in luce alcune carenze della città: «Prima o poi, nonostante non sia facile - constata Ottonello - un campo di transito fuori dalle mura bisogna pur farlo».
Le polemiche sui nomadi divampano anche alla Fiumara, dove la Lega Nord ha portato la protesta iniziata a Marassi contro gli spazi urbani concessi gratuitamente alle carovane. Sgomberati dall'area portuale dell'ex ponte Fuselli una ventina di rom si sono accampati nei pressi del centro divertimenti, sotto le arcate della ferrovia.

«Da qualche giorno la zona è diventata un dormitorio e un punto ricreativo per queste persone - denuncia Davide Rossi, capogruppo del Carroccio al Municipio Centro Ovest, chiedendo lo sgombero immediato delle baracche abusive - gli esercenti del centro commerciale lamentano diversi tentativi di furto ed è arrivata pure notizia di molestie».

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