da Milano
Diecimila euro in contanti passati di mano in mano tra le roulotte del campo nomadi di via Triboniano, a Milano, e finiti in quelle di una «star» della canzone gitana, arrivata in Italia apposta per esibirsi a una festa di nozze rom. Troppo. Persino per i volontari della Casa della Carità, la fondazione che opera nellinsediamento più vasto e popolato di Milano. «Sprechi come questo non possono essere ammessi - allarga le braccia uno dei ragazzi -. Specie da quando è stato firmato il Patto di socialità e legalità tra il Comune e tutti i capofamiglia». Unintesa per mettere nero su bianco diritti e soprattutto doveri (come provvedere autonomamente alle spese) dopo che lamministrazione di Letizia Moratti ha messo in atto, non senza polemiche, la bonifica di unarea che era arrivata a ospitare oltre 2mila anime. Oggi le presenze ammontano a 522, divise in tre porzioni di campo distinte, con tesserino personalizzato per laccesso.
A parte la rivolta di venti giorni fa contro gli ultimi sgomberi serviti ad allontanare gli irregolari, la musica sembrava essere cambiata. E invece i «gentili ospiti» di Palazzo Marino dimostrano di non voler rinunciare alle proprie tradizioni, che nel caso delle cerimonie nuziali si traducono in tre giorni di baldoria e fracasso, a volte in risse colossali, sempre in una montagna di rifiuti, coi camioncini della nettezza urbana costretti a passare ogni tre ore. Pazienza per gli insonni residenti nelle case limitrofe e per chi ormai non può più lamentarsi, cioè coloro che «riposano» a dieci metri di distanza, nel Cimitero Maggiore.
«Il matrimonio tra i rom rappresenta un sodalizio tra famiglie teso a rafforzare la coesione sociale e si consuma quasi sempre allinterno del gruppo - spiega Maurizio Pagani, vicepresidente dellOpera Nomadi di Milano -. È rimasto attuale lo scambio di denaro tra le famiglie degli sposi. Le somme in questione possono essere davvero ingenti. La libertà di scelta dei fidanzati (molto giovani, a partire dai 13 anni lei, 15 lui) è limitata. Le nozze sono celebrate davanti a tutta la comunità: unoccasione per ostentare i propri averi e quelli dei parenti venuti anche da molto lontano. I festeggiamenti durano per giorni, affittando interi locali». Nel caso di Triboniano «il salone delle feste» è il fango di un altro campo nomadi vicino. Dove continua ad affondare denaro di dubbia provenienza, visto che più della metà degli adulti risulta senza lavoro.
Nomadi senza soldi per le bollette Ma pagano 10mila euro per la festa
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