da Roma
Per qualcuno si tratterà dellennesima fatica di Sisifo. Da anni il masso da portar su ha le stesse sembianze. Veri esperti del ciclo costruzione-demolizione-ricostruzione di partiti pro-Prodi sono il professore Arturo Parisi e lavvocato Marina Magistrelli. Ma attorno alle fortune politiche di Romano si è ormai costituito un nucleo dacciaio temperato a qualsiasi critica, tanto da essere visto con sospetto dagli interlocutori. Che siano allinterno della Margherita, dellUlivo, dellUnione.
I prodiani, ormai una categoria dello spirito con una semplice vocale, la «a», a neutralizzarne effetti burleschi. Non «prodini», dunque, bensì «prodi di Prodi», «Prodi al quadrato», come dicono. Ciò che li contraddistingue è perciò quanto ieri ha rilevato Franco Marini: «Al di là delle questioni politiche, vi posso dire una cosa? Siete proprio pesanti...». E dire che lex sindacalista dovrebbe essere abituato ai tipi coriacei. Ma i pretoriani del Professore sanno unire la caparbietà nel sostenere le idee di Romano con la fede assoluta nel progetto di Romano e la testardaggine nel ricordare che il leader è Romano. La corazza, cioè, è impenetrabile.
Meglio, ben pochi sono riusciti a penetrarla. La fortuna ha arriso, per esempio, a Willer Bordon, attuale capogruppo dei senatori della Margherita. Oppure allex repubblican-mastelliano Roberto Manzione, vicepresidente del gruppo a Palazzo Madama. Personalità sui generis, dotate di sensi tecnico-tattici fuori dellordinario. Willer e Roberto costituiscono con Natale (DAmico), Renato (Cambursano), Cinzia (Dato) e la solita Marina (Magistrelli) la force de frappe a Palazzo Madama. Luogo nel quale se la dovevano vedere con pezzi da novanta dc come lex presidente Nicola Mancino.
La scissione non coglierà i «Prodini» alla sprovvista: negli incontri di questi mesi si è delineato più o meno il profilo del partito che verrà. La presidenza andrebbe di diritto al professor Parisi. Ma, se alla fine le energie spese da Rosy Bindi non riuscissero a frenare levento, un posto di rango alla «pasionaria» (per la quale Prodi non ha mai smesso di stravedere) non glielo toglie nessuno. Segreteria e coordinamento allefficacissimo Willer Bordon. Capigruppo a Camera e Senato, rispettivamente, Franco Monaco e Roberto Manzione. Tesoriere con vasta esperienza nel settore, Renato Cambursano. Poi i capi-settore, posti di prima fila per ottenere, nella prossima legislatura, posti che vanno dal ministero al sottosegretariato, alla presidenza di commissione. Natale DAmico, responsabile delle politiche istituzionali o economiche (qualora Prodi non riuscisse a trascinare con sé Enrico Letta, negli ultimi tempi sospettato di tradimento, uno dei peccati capitali nelle logiche prodiane). Per le politiche istituzionali concorre anche Giampaolo DAndrea, se decidesse il gran passo assieme alla Bindi.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.