Nomine Rai al palo per i veti incrociati E la lady di ferro Lei deve scendere a patti

Insomma, la fama di Lady di ferro è durata poco. Perché, la massa magmatica Rai ingloba chiunque, anche chi è armato delle migliori intenzioni. Soprattutto chi la fronteggia a muso duro. Dunque, il neo dg Lorenza Lei, che pensava di rimediare ai guai della Tv di Stato in pochi giorni, si è ritrovata, come molti suoi predecessori, frenata dai veti incrociati della politica e delle ambizioni personali. Il direttore generale voleva portare già nel Consiglio di amministrazione di oggi un pacchetto di nomine che mettesse a posto i punti chiave del livello dirigenziale per poi procedere a riformare l’organizzazione del lavoro e a predisporre i palinsesti autunnali. È finita con quella «frasettina» che si ode spesso nei piani alti di viale Mazzini: tutto rinviato (salvo sorprese e accordi notturni).
All’epoca di Masi, si è andati avanti così per due anni, poi alla fine l’unico «rinviato» è stato lui. Ora Lorenza Lei, acclamata a gran voce come donna decisionista, eletta all’unanimità dai consiglieri, si è ritrovata di fronte a uno scoglio insormontabile: l’impossibilità di accontentare tutti. Al quotidiano La Stampa solo l’altro ieri diceva sicura: «Faccio subito le nomine, la politica resti lontana». Pensava di arrivare in Cda con un pacchetto di nomi a scatola chiusa: manovra che i consiglieri hanno subito fatto saltare. In particolare un nome ha fatto irritare troppe persone: Pietro Gaffuri che, da responsabile dei New Media, un settore molto tecnico, avrebbe dovuto andare alla nuova macro struttura dell’Intrattenimento. Nei corridoi di viale Mazzini si sussurra che della questione se ne sia interessato Agostino Saccà, ex direttore generale Rai, a sua volta mentore della Lei. Ma come si vuole ridisegnare le direzioni? La prima poltrona che dovrebbe saltare è quella di Paolo Ruffini, direttore di Raitre e dunque responsabile dei programmi più invisi al centrodestra (Che tempo che fa, Parla con me e Report), con una manovra soft: un incarico più elevato, una vice direzione generale. Però Ruffini è uno che non molla: al suo posto sarebbe candidata Maria Pia Ammirati. Poi, la girandola delle poltrone più importanti sarebbe così disegnata: Mauro Mazza da Raiuno a Rai Fiction al posto di Fabrizio Del Noce. Gianluigi Paragone o Gianvito Lomaglio (in base alla scelta delle coppie incrociate Lega-Pdl) a Raidue e Susanna Petruni o Paragone al Tg2. A queste nomine, se ne aggiungono altre più tecniche. Si vedrà se e quando si riuscirà a trovare un accordo.
La Lei deve anche affrontare la questione delle multe inflitte dall’Agcom a Tg1 e Tg2 per gli interventi di Berlusconi in tempo di par condicio: ieri se ne è parlato in Cda. Al termine il consigliere Verro ha dichiarato: «Rimane ancora poco chiaro su quali elementi concreti l’Autorità ci abbia sanzionato. I dati dell’Osservatorio di Pavia mostrano equilibrio».

Intanto si apre un altro capitolo: una giornalista del Tg1, Elisa Anzaldo, ha deciso di lasciare la conduzione dell’edizione notturna per protestare contro la «mancanza di pluralismo e di equilibrio» del direttore Minzolini, che ha replicato: «È una cosa che riguarda lei». Conseguenza: un diluvio di polemiche.

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