Nella finale di Fed Cup a Mosca l'Italia del tennis si è arresa alla Russia con l'onore delle armi. Francesca Schiavone ha giocato i suoi due singolari combattendo per un totale di 5 ore in due giornate di gara. Purtroppo nel tennis non vince la matematica difatti, facendo il conto dei punti giocati, ci si accorge che sabato l'azzurra ne ha messi a segno 95 contro i 92 di Anna Chekvetadze e ieri 104 contro i 100 punti conquistati da Svetlana Kuznetsova. Ma c'è di più, contro la Kuznetsova, n.2 del mondo, Francesca ha disputato una partita straordinaria, arrivando a un soffio dal successo. Vinto il primo set per 6-4, nel secondo è passata a condurre per 5 giochi a 3, prima di arrendersi nel tie break per 9 punti a 7. Momento drammatico in cui l'azzurra ha addirittura avuto due match points a disposizione. Pensate che la «Schiavo» è stata in testa per 6 punti a 5 sulla battuta dell'avversaria, poi per 7 punti a 6 sul proprio servizio. Chi ha seguito l'incontro si è reso conto di come un risultato possa essere crudelmente legato a un filo. Francesca, senza perdersi d'animo, ha ripreso in mano l'incontro nel set decisivo. Un parziale da brivido l'ha vista scappare in vantaggio per 4 giochi a 1. È rimasta in testa fino a 5-4, punteggio che ci ha portato via l'ultima illusione. Il confronto si è risolto con la vittoria della russa per 7-5. A risultato acquisito (sul 3-0) Mara Santangelo ha perso 6-2, 6-4 contro la Chakvetadze. A quel punto le due squadre hanno deciso di rinunciare al doppio. Qualcuno potrà pensare che si è infranto a Mosca il sogno di gloria del tennis femminile italiano.
La Fed Cup viene disputata ogni anno da ben 75 nazioni e l'anno scorso, contro ogni pronostico, l'abbiamo vinta ed è stata unimpresa meravigliosa. Uscire dalla finale a testa alta avendo fatto soffrire la Russia, costituisce senzaltro un grande motivo di vanto per lItalia del tennis.Non basta una strepitosa Schiavone
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