Marcello Viaggio
«Se vinceremo le elezioni, smonteremo la teca di Meier. E bandiremo un concorso internazionale per risistemare da capo larea di piazza Augusto Imperatore». Questo limpegno pubblico del candidato sindaco di An, Gianni Alemanno, alla vigilia delle celebrazioni per il Natale di Roma. Nel corso della conferenza stampa di ieri a via Barberini, Alemanno ha puntualizzato: «Non penso che unamministrazione nuova debba smontare tutto quello che ha fatto la precedente, ma in questo caso lo dico con chiarezza: se vinciamo alle Comunali, la teca verrà smontata e rimontata in periferia per diventare un museo. Lopera di Meier è lesatta dimostrazione di come larchitettura moderna non deve operare nei centri storici. Non si devono fare interventi pesanti, decontestualizzati, senza un disegno complessivo. Nel concorso internazionale per piazza Augusto Imperatore, inseriremo anche la nuova copertura dellAra Pacis. Chiameremo a confronto i migliori architetti ed urbanisti, coinvolgeremo nella scelta le associazioni ed i residenti».
Il consigliere comunale Marco Marsilio ha rievocato il lungo e travagliato iter dellopera: «Rutelli la affidò direttamente a Meier, senza bando. Per far digerire loperazione alla Sovrintendenza, il 26 novembre 1998 fu firmato un accordo di programma fra lallora ministro dei Beni culturali, Veltroni, il presidente della Regione, Badaloni, ed il Comune di Roma. I lavori avrebbero dovuto durare 18 mesi, al costo massimo di 16 miliardi di lire». Lappalto venne affidato nel 2000. Nellaprile 2001 i cantieri si bloccarono per lintervento della Sovrintendenza archeologica, il progetto fu revisionato. Cominciarono ad arrivare i primi no dal mondo della cultura. Qualche esempio? Cè solo l'imbarazzo della scelta. Giorgio Muratore, urbanista: «LAra Pacis è un cantiere impazzito». Renato Nicolini, architetto ed ex assessore alla cultura del Comune: «Il progetto di Meier è uno dei peggiori che larchitetto statunitense potesse escogitare». Manfredi Nicoletti, architetto: «Bisogna fermare subito lo scempio». Federico Zeri, storico dellarte: «Meier conosce Roma come io conosco il Tibet». Vittorio Sgarbi, storico dellarte: «Faremo uno sciopero della fame per bloccare questo crimine contro lumanità». Massimiliano Fuksas, architetto: «Sono stato sempre contrario al progetto».
La vicenda ben presto oltrepassò i confini: il Principe Carlo dInghilterra, appassionato di architettura, indignato, definì lopera «una pompa di benzina» (Daily Telegraph, 9 aprile 2001). Contro la gigantesca teca di vetro, acciaio e travertino anche Italia Nostra, e le associazioni del centro storico. Malgrado tutto, però, il Comune ha tirato dritto. Domani lopera verrà inaugurata da Veltroni, malgrado restino ancora da realizzare la fontana, lobelisco esterno e larredo dellAuditorium. I tempi, però, sono saliti da 18 mesi a 6 anni, i costi da 5,94 milioni a circa 15, con un incremento del 266%.
Ieri a Morassut, che ha definito «estremista» la posizione di Alemanno, ha replicato duramente Italia Nostra: «La nostra associazione è fermamente contraria allopera di Meier, lintera struttura dovrebbe essere abbattuta oppure smantellata e portata in periferia.
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