«Non so, ho come l'impressione di aver dimenticato qualcosa... Di avere qualcosa da fare ma senza sapere che cosa...».
«Ma che cosa? Da un po' di giorni in effetti sei strano, sai?».
«E che ne so? È un senso di disagio, di malessere... sai come quando ti sta venendo l'influenza... quando non stai ancora male, ma senti che presto non starai bene...».
«(Si raccoglie i capelli per acconciarli a coda di cavallo e, con il fermacapelli ancora in bocca) Oa che me lo disci... non vollei che mi avesci aaccato quea spesce di influencia... (raccoglie i capelli con il fermacapelli) perché anch'io è una settimana che mi sento un po'... balorda».
«E perché non me l'hai detto prima? Febbre?».
«No, niente febbre. Niente di preoccupante ma... Be' forse stiamo semplicemente covando tutti e due l'influenza... Aspetta... (si alza, va in bagno e un minuto dopo torna a sedersi sul divano) Ecco, prendiamoci un paio di aspirine... non si sa mai».
***
«Sai che stamattina va meglio?».
«Visto? Era un inizio di influenza. A proposito, che giorno è oggi?».
«Sabato».
«Sì, ma che numero?».
«Che numero? Aspetta... (prende il cellulare dal piano cucina) Il 23, perché?».
«Così, tanto per sapere. Con tutte le cose che ho da fare in ufficio in questo periodo, ho perso la cognizione del tempo».
***
«Ehi! Già qui?».
«Stasera non c'è in giro un cane. Sembra Ferragosto. Da piazzale Loreto ci avrò messo dieci minuti».
«Meglio, meglio... Ah senti, quasi me ne stavo dimenticando. Gianni e Martina ci hanno invitato a cena».
«Uhm».
«Dài, non fare quella faccia. Martina ha detto, anzi ha promesso, che non cucinerà lei... Allora io le ho detto: Ci pensiamo noi, se per voi va bene. Va bene ha detto fate pure voi».
«Brava amore, così ti voglio. Pizza. Ho voglia di pizza. La domenica è giorno di pizza».
***
«Che cosa leggi?».
«Racconti».
«Che racconti?».
«Un'antologia di... di... (chiude il libro e ne legge il titolo) Racconti per un contro-Natale».
«Ah. E come sono?».
«Mah. Noiosi, più che altro. Com'erano noiosi i racconti di Natale normali di una volta. Solo che mi hanno chiesto un pezzo. Una stroncatura, ovvio».
***
«Martiiii».
«Sì?».
«Perché non spegni e non vieni qui sul divano, ora che se ne sono andati?».
«(Dalla camera da letto) Sto leggendo, Gia».
«E che cosa staresti leggendo di così interessante da lasciarmi qui da solo sul divano come uno scemo?».
«Racconti per un contro-Natale».
«E che cosa sarebbe?».
«Be' sai... Ti ricordi il Natale no?».
«Più o meno. Sono passati tanti di quegli anni che...».
«(Lei, in pigiama, entra in salotto e si va a sedere accanto a lui sul divano) Ecco, appunto. Questi sono racconti scritti quando il Natale c'era ancora. Però sono contro il Natale».
«Uhm».
«Interessanti, davvero».
***
«Tu non ci crederai».
«(Dal box doccia, alzando la voce) NON TI SENTO, PARLA PIÙ FORTE...».
«HANNO CHIUSO!».
«(Uscendo dal box doccia) Che vuol dire hanno chiuso?».
«Sì. Sono andato al giornale per prendere dei libri che mi avevano tenuto da parte... e ho trovato il portone chiuso! Ho chiamato anche un paio di colleghi ma mi dava irraggiungibile. Roba da matti».
«Ma, scusa, com'è possibile che abbiano chiuso? Non è mica festa nazionale».
***
«Ma io che ne sapevo, scusa?».
«Come che ne sapevo. Ma dove vivi? Non li leggi i giornali? E sì che ci scrivi anche!».
«Scusa...».
«Insomma, hanno deciso di ripristinarlo. L'hanno deciso un mese fa, mica ieri».
«Ripristinare che cosa?».
«Mi prendi in giro? Il Natale, no?!».
«Il Natale?».
«Sì, il Natale. Te lo ricorderai il Natale, o no?».
«Sì ma... perché ripristinarlo?».
«Perché... perché... Vuoi sapere troppo. Hanno deciso così e basta. Avranno avuto le loro buone ragioni. Piuttosto, muoviti e vai a comprare un regalo per Giovanna... Lo sai come sono fatte le donne in queste cose...».
«E che cosa dovrei regalarle, secondo te?».
«Guarda, un libro. Con un libro te la cavi sempre. Te ne consiglio uno. Racconti per un contro-Natale. Sono carini, dicono».
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