Non c’è il reparto, neonata muore in ambulanza

Il direttore sanitario dell’Asl: «In un bacino di 200mila abitanti mancano strutture adeguate»

da Crotone

È spirata neanche cinque ore dopo essere venuta al mondo. Quando era quasi arrivata, dopo una corsa disperata in ambulanza da Corigliano, all’ospedale più vicino attrezzato con il reparto di neonatologia, quello dell’Annunziata di Cosenza, dove avrebbero potuto curarle l’insufficienza respiratoria acuta manifestata subito dopo la nascita. Dove, insomma, avrebbero potuto salvarle la vita.
La sanità calabrese rimane nell’occhio del ciclone per la scarsa qualità dei servizi offerti ai cittadini e registra un altro doloroso dramma, dopo il caso di una ragazza di 16 anni entrata in coma perché durante un intervento di appendicectomia all’ospedale di Vibo Valentia è rimasta senza ossigeno per un black-out elettrico. I due episodi sono avvenuti a poche ore l’uno dall’altro. Ma il caso della neonata è emerso solo dopo che i genitori, originari della provincia di Lecce ma residenti a Corigliano, hanno presentato un esposto ai carabinieri e la procura di Rossano ha aperto un’inchiesta.
La bambina è nata, infatti, alle 22.20 di venerdì. Subito i medici del reparto di pediatria di Corigliano si sono accorti che aveva gravi problemi respiratori. E attorno alle 2 di notte hanno deciso di trasferirla al reparto di neonatologia di Cosenza, ma la bambina è spirata sull’ambulanza poco prima di arrivare all’Annunziata per un’insufficienza respiratoria acuta, sulle cui cause dovrà fare ora chiarezza l’autopsia che potrebbe essere eseguita già oggi a Cosenza. Nel frattempo Maria Vallefuoco, pm della Procura della Repubblica di Rossano, competente per territorio, ha disposto il sequestro della cartella clinica. E anche l’Asl di Rossano ha aperto a sua volta un’inchiesta interna.
Sul caso divampa la polemica. A partire dalla dichiarazione del direttore sanitario dell’Asl, Gianni Aloisio: «In un bacino di utenza di 200 mila persone quale quello dell’Azienda sanitaria di Rossano e della Sibaritide manca un centro di neonatologia, per cui, per ogni emergenza, dobbiamo fare ricorso all’ospedale di Cosenza». Quella bruzia, infatti, è una delle province più estese d’Italia ed è distante almeno un’ora di macchina da Corigliano. E ci vorrà qualche risposta più convincente rispetto a quelle date finora dalla giunta regionale e dall’assessore alla Salute Doris Lo Moro, che nella mattina di ieri durante un incontro a Crotone ha dichiarato che ogni politico e amministratore in Calabria si dovrebbe sentire responsabile per quello che sta avvenendo nella sanità.
Le inchieste aperte, comunque, dovranno fugare anche i dubbi sull’efficacia dell’assistenza sanitaria fornita alla neonata in ambulanza. «La dottoressa che ha avuto per prima cura della neonata - ha spiegato ancora il direttore generale Aloisio - ha fatto di tutto per tenerla in vita, anche durante il trasporto verso l’ospedale casentino, ma purtroppo non c’è stato nulla da fare».

E il primario del pronto soccorso dell’ospedale di Corigliano, Vincenzo Taverna, ha assicurato che tutte le ambulanze sono attrezzate con apparecchiature per la respirazione artificiale e dotate di due bombole di ossigeno.

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