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Non c’è spiaggia senza cornetto È il gelato più amato dagli italiani

Il cono confezionato compie 47 anni e non ha copyright

Anna Julia Goglio

Bastava una pubblicità in televisione per far dire agli italiani: «È arrivata l'estate». Con Carosello e la voce di Patty Pravo sfilava il Cornetto, il gelato della vacanza in spiaggia, a Rimini o a Riccione, la pausa fra un bagno e l'altro, una battuta, il tentativo di corteggiare la nuova turista (tedesca, secondo l'immaginario della Riviera). E, anno dopo anno, il cono col cuore di panna e il fondo al cioccolato ha conquistato l'Italia e il mondo, diventando un'icona nazionale come la Vespa o la Nutella, il prodotto che tutti conoscono e che chiunque ha assaggiato almeno una volta nella vita, probabilmente al bar dello stabilimento balneare, sfidando la dieta e la mamma che intima: «Mai il bagno dopo aver mangiato, soprattutto se hai mangiato qualcosa di freddo». Bisogna aspettare almeno tre ore.
Tre ore, dopo un Cornetto, non le ha mai aspettate nessuno: fa parte del pomeriggio in spiaggia come le partite a beach volley, i gavettoni, la scottatura, lo sguardo che controlla in lungo e in largo per scovare la ragazza da corteggiare o il ragazzo che ti sta fissando. Basta alzarsi, andare al baracchino o al bar e poi tornare: il termine tecnico è «gelato da passeggio», per via del cono che, magicamente, l'ingegner Wiessnerslavo è riuscito a non far sgocciolare più, isolando la cialda croccante grazie al cioccolato.
Così, nel 1959 nasce il Cornetto, negli stabilimenti romani della Algida. Il marchio è comparso qualche anno prima, al Prenestino, subito dopo la fine della seconda guerra mondiale e ha già prodotto lo storico Cremino. Nel '59 assorbe la Spica, dove lavora Wiessnerslavo che, oltre a creare il cono che non lascia la scia, lo battezza «Cornetto». Per i suoi collaboratori, tutti italiani, il termine evoca situazioni poco gradevoli, ma l'ingegnere di origini slave è irremovibile e il successo planetario gli dà ragione, visto che persino gli inglesi sostengono che There is just one Cornetto, di Cornetto ce n'è uno solo.
La ricetta è identica a quella di 47 anni fa, a parte - precisa l'azienda - «i raffinamenti continui di piccoli particolari», nel gusto e nell'estetica: il segreto, dicono, è la cialda, croccante sempre al punto giusto, perché «ogni Cornetto deve essere perfetto». E poi il rivestimento interno, al cacao magro, il ripieno di gelato alla panna, la granella di nocciole e il tocco finale di cacao, che funziona come una calamita: «C'è chi lo compra proprio per questo», ammettono i produttori. Nel corso degli anni sono stati ideati nuovi gusti, come quelli dei "Passion" o dei "Love potion" in edizione limitata o gli ultimi "Miniature", in piccolo, ma la più amata è sempre la versione classica.
Il successo del gelato, ormai, non è più legato soltanto alla vacanza dell'Italia popolare o allo stereotipo del corteggiatore di sangue latino: anche l'amore cambia, i ragazzi della fine degli anni '90 sono romantici ma non vogliono farlo notare troppo e, così, anche la pubblicità del Cornetto si adegua, passando dal cuore di panna a due androidi che, travolti dalla passione, credono di essere Leonardo Di Caprio e Kate Winslet in Titanic. «Il cuore rimane sempre al centro, ma le storie che raccontiamo sono più ironiche», spiega Milka Pogliani, presidente e direttore creativo di McCann Erickson Milano, l'agenzia che cura gli spot dalla metà degli anni '70. Dagli anni '60 Algida era il "gelato fidato", passando per Patty Pravo e Rita Pavone, fino a Nada negli anni '80. «Il cuore di panna, i bagnini e il jingle hanno dominato dal '72 al 2000 - prosegue Pogliani -, ora gli spot sono rivolti al mercato internazionale, come le musiche che li accompagnano, da Help yourself di Tom Jones a It's good to be in love di Frou Frou. E così il Cornetto è ancora la bandiera dell'amore estivo».
Nel nostro paese, che non teme rivali, ogni anno se ne vendono decine di milioni e ormai sono prodotti da tutte le marche. Fra gli addetti ai lavori circola una speciale unità di misura: impilando tutti i Cornetti mangiati dal '59 ad oggi si potrebbe arrivare sulla Luna e tornare indietro.

Un paragone che ricorda quanto la produzione sia diventata sempre più tecnologica, negli stabilimenti di Caivano, vicino a Napoli, dove Algida sviluppa i nuovi prodotti, sfruttando macchinari ed elettronica all'avanguardia, ricorrendo persino agli studi aeronautici (la temperatura di un tunnel di surgelazione è uguale a quella che si trova all'esterno di un aereo che vola da Roma a Milano). Lo spirito del Cornetto però è rimasto quello, romantico, dell'estate al mare, del riparo dall'afa in città, due chiacchiere, quattro passi, una canzone, magari capita una sorpresa. Come quel cioccolato inaspettato.

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